Zecharia Sitchin

Zecharia Sitchin

Zecharia Sitchin (1922-2010) è nato a Bacu in Azerbaijan ed ha vissuto in Palestina, dove ha studiato la Bibbia ebraica scritta in ebraico antico. Ha inoltre studiato l’archeologia del Medio Oriente, prima di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti.

A differenza di molti appassionati di paleoastronautica io ho letto i libri di Sitchin solo dopo aver terminato la lettura dei testi di Mauro Biglino. Un percorso tutt’altro che cronologico, basti pensare che Sitchin è morto nel 2010, quando Biglino ha iniziato a scrivere i suoi primi testi riguardanti le traduzioni bibliche. Anzi, è proprio leggendo le opere del ricercatore italiano che mi sono appassionato alla materia e ho voluto provare a leggere i testi che avevano fatto da base per i suoi studi.

Sitchin ha dedicato tutta la vita allo studio delle lingue semitiche ed era un esperto della storia dei Sumeri, tanto da essere uno dei pochi studiosi in grado di poter decifrare le iscrizioni cuneiformi, che ricoprono bassorilievi e le tavolette di argilla ritrovate in tutto il Medio Oriente. La sua visione è semplice ma sconvolgente: i testi sacri dei popoli antichi non sono una creazione fantastica, ma memoria di fatti realmente avvenuti. Lui sapeva che non stava traducendo semplici miti o racconti. Aveva capito con decenni di anticipo su tutti gli altri che le tavolette sumere erano il resoconto storico di quel popolo sorto dal nulla circa seimila anni fa.

Terminato di leggere i suoi testi li ho utilizzati come base dei miei romanzi, tant’è che gli stessi personaggi lo citano nei dialoghi più volte. Adoro il suo modo di narrare e di spiegare il nostro passato. La scrittura fluida rende semplice ed immediata la comprensione di temi molto complessi. Purtroppo le sue opere sono state discreditate dall’Accademia e dall’archeologia ufficiale, a mio avviso solo per proteggere e tutelare i propri interessi, un vero peccato per la cultura e la ricerca.

Sitchin ha dedicato gli ultimi sessant’anni della sua alla ricerca e alla traduzione delle tavolette di argilla e di altri testi antichi che identificano gli Anunnaki come progenitori dell’essere umano, anzi più che progenitori veri e propri fabbricatori del genere Homo. Quasi tutti gli studiosi e gli archeologi hanno considerato la Bibbia e gli antichi scritti come semplici leggende, ignorando il fatto che gli stessi elementi compaiono nei testi di civiltà molto lontane tra loro. Famoso per la sua abilità nel leggere e interpretare le antiche lingue, Sitchin ha dimostrato che i testi dei nostri antenati sono in realtà attraversati da un filo comune, e sono legati da una narrazione coerente delle vere origini dell’umanità. L’evento principale, sostenuto da numerose testimonianze, è che in tempi antichissimi la Terra è stata visitata ed abitata da extraterrestri, chiamati dallo studioso Anunnaki. Una civiltà avanzatissima che ha lasciato le abilità necessarie per costruire ad esempio i grandi monumenti che ancora oggi ammiriamo, come le piramidi, senza aver mai capito come siano stati realizzati. Lasciatevi travolgere dalla curiosità e leggete i suoi libri, vedrete come di colpo la storia assumerà una struttura diversa, dove non manca alcun anello nella catena evolutiva. Grazie a studiosi come lui possiamo conoscere una storia diversa da quella scritta nei manuali di scuola e chissà che non sia proprio questa la verità.

Intanto grazie anche ai suoi studi ha preso forma il mio libro Figli delle stelle – Le origini, un romanzo che si rifà alla storia sumera e a quella dei primi uomini. Spero un giorno di poter dire “io gli ho creduto subito”. Sono convinto che, prima o poi, i suoi studi saranno apprezzati anche dalla scienza ufficiale e che la sua figura di studioso sarà riabilitata. È solo questione di tempo. Attendo fiducioso.

Ad astra

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