Lucifero

Il termine significa letteralmente Portatore di luce, in quanto tale denominazione deriva dall’equivalente latino lucifer, composto di lux (luce) e ferre (portare), sul modello del corrispondente greco phosphoros (phos=luce e phero=portare), e in ambito sia pagano che astrologico esso indica la cosiddetta “stella del mattino”, cioè il pianeta Venere visibile all’aurora, ed è anche identificato con questo nome. Nella corrispondenza tra divinità greche e romane l’apparizione mattutina del pianeta Venere era impersonificata dalla figura mitologica del dio greco Phosphoros e del dio latino Lucifer. Analogamente in Egitto Tioumoutiri era la Venere mattutina. Nell’antico Vicino Oriente, inoltre, la “stella del mattino” coincideva con Ishtar per i Babilonesi; Astarte per i Fenici; Inanna per i Sumeri. In ambiti dell’occultismo e dell’esoterismo, infine, Lucifero sarebbe il detentore di una sapienza inaccessibile all’uomo comune.

Accanto alla tradizione teologica e letteraria riguardo Lucifero si sviluppò, già nei primi tempi di fioritura e di espansione delle dottrine cristiane, una corrente gnostica che reinterpretò la figura luciferina in chiave salvifica e liberatrice per l’uomo, capovolgendo al contempo l’immagine del Dio Creatore Jahvé, dipinto come un «tiranno». Secondo tale dottrina, che ha radici tanto nel Marcionismo quanto nel Manicheismo, il serpente/Lucifero descritto nella Genesi sarebbe colui che ha indotto l’uomo alla conoscenza, la scientia boni et mali, e dunque all’elevazione dell’uomo a divinità, pur contro la volontà del Dio supremo che avrebbe voluto invece mantenere l’uomo quale suo suddito e schiavo, cioè quale essere inferiore. In tale dottrina il nome Satana scompare quasi del tutto in favore del nome Lucifero, che viene interpretato alla lettera come “Portatore di luce” e viene perciò eletto quale salvatore dell’uomo. Tutto ciò è in evidente antitesi con la concezione classica del Cristianesimo, secondo la quale invece l’aspetto luminoso di Satana è solo un mascheramento e uno strumento di seduzione. È San Paolo il primo a ricordare che:

« anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere. » (2 Corinzi 11,14-15)

Comunque l’idea di Lucifero come principio positivo nonché il suo accostamento alla figura di Prometeo saranno dei motivi ripresi da una lunghissima tradizione gnostica e filosofica che nella storia ha trovato echi nell’Illuminismo, nella Massoneria, nel Rosacrocianesimo, nel Romanticismo di Byron, di Shelley, di John Milton, di Oscar Wilde, di Baudelaire e persino di Blake. Tra gli autori italiani è interessante ricordare l’inno A Satana di Carducci, Del regno di Satana di Terenzio Mamiani, e il poema Lucifero di Mario Rapisardi. In tempi più recenti si ritrovano richiami a Lucifero nella teosofia di Madame Blavatsky e nella sua contemporanea derivazione New Age inaugurata da Alice Bailey; in ultimo certo si può aggiungere a tale lista anche il cosiddetto transumanesimo, nonché alcuni dei movimenti neopagani radunati sotto al nome di Wicca. Tutta questa enorme cultura, la cui matrice luciferica è rimasta sempre più o meno celata, può essere compendiata nel termine luciferismo (o luciferianesimo) inteso come controparte del satanismo, ove quest’ultimo accetta l’identificazione di Lucifero e Satana e anzi venera proprio l’aspetto tenebroso e demoniaco di Lucifero/Satana, mentre la visione luciferiana usualmente non accetta tale identificazione oppure l’accetta solo per risolvere l’aspetto satanico nell’aspetto luciferino (cioè l’aspetto tenebroso nell’aspetto luminoso). Posto che satanismo e luciferismo non si oppongono l’uno all’altro, il culto di Lucifero come entità spirituale oppure più semplicemente come simbolo ideale ha come presupposti teologico-filosofici l’identità fra Dio e Sophia (la Sapienza) e dunque la divinità della luce di conoscenza nell’uomo, nonché infine la benignità essenziale di qualsiasi entità che sia Portatore di luce, cioè portatore di conoscenza. Secondo tale visione dunque Cristo e Lucifero o sono figure complementari oppure sono addirittura la stessa persona in due aspetti e momenti diversi, per cui il Satana che compare nei Vangeli sarebbe stato anche il tentatore di Lucifero all’inizio dei tempi (il che presuppone la non-identità fra Lucifero e Satana). Tutto ciò rimane però senza basi teologiche o scritturali, esclusa una libera interpretazione in cui un principio delle filosofie orientali quale la complementarità di Bene e Male è eretto a criterio di lettura di un testo che non appartiene all’Oriente e che fondamentalmente non condivide tale principio.

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