Chiesa di Santa Croce Firenze e statua di Dante

Per saperne di più: https://www.santacroceopera.it/

La basilica di Santa Croce nell’omonima piazza a Firenze, è una delle più grandi chiese francescane e una delle massime realizzazioni del gotico in Italia, e possiede il rango di basilica minore. Santa Croce è un simbolo prestigioso di Firenze, il luogo di incontro dei più grandi artisti, teologi, religiosi, letterati, umanisti e politici, che determinarono, nella buona e cattiva sorte, l’identità della città tardo-medievale e rinascimentale. Al suo interno trovarono inoltre ospitalità celebri personaggi della storia della Chiesa come san Bonaventura, Pietro di Giovanni Olivi, sant’Antonio da Padova, san Bernardino da Siena, san Ludovico d’Angiò. Fu anche luogo d’accoglienza per pontefici come Sisto IV, Eugenio IV, Leone X, Clemente XIV. Il grande poeta neoclassico Ugo Foscolo la elesse nella sua opera Dei sepolcri a famedio nazionale d’Italia. Nella chiesa trovano infatti posto i sepolcri dei geni di più eccelsa raffinatezza che l’Italia abbia dato al mondo: le “urne dei forti”, come Foscolo le chiama nel suo carme.

Nel 1294 si decise di ricostruire ex-novo l’edificio, con un grandioso progetto elaborato probabilmente da Arnolfo di Cambio, l’architetto impegnato in quegli anni nei più grandiosi progetti del Comune. Giovanni Villani ricordò come la chiesa venne fondata il 3 maggio di quell’anno, alla presenza di “molti vescovi e prelati e chierici e religiosi e il podestà e il capitano del Popolo e priori e tutta la buona gente di Firenze, uomini e donne, con grande festa e solennità”. Si iniziò a lavorare dall’abside, lasciando temporaneamente in uso ai frati la vecchia chiesa, finché fu possibile. I resti dell’antico edificio sono stati localizzati nel 1966, a seguito del cedimento del pavimento della basilica dopo l’alluvione di Firenze. Nel 1320 venne resa la basilica utilizzabile, ma in seguito, le vicende della crisi, dell’alluvione e della peste, ne rallentarono vistosamente il completamento. Non si sa esattamente quando la basilica fu terminata, forse attorno al 1385. Fu comunque consacrata solo durante l’epifania del 1443 dal cardinale Bessarione, alla presenza di papa Eugenio IV.

La basilica ha continuato ad essere arricchita e modificata nei sette secoli dalla sua fondazione, acquisendo sempre nuovi connotati simbolici: da chiesa francescana a “municipio” religioso per le grandi famiglie e le corporazioni, da laboratorio e bottega artistica a centro teologico, da “pantheon” delle glorie italiane a luogo di riferimento della storia politica dell’Italia pre e post-unitaria. Alcune trasformazioni infatti furono conseguenza di precise vicissitudini storiche e politiche, come le trasformazioni compiute dal Vasari alla metà del XVI secolo (causate anche dai restauri dopo una disastrosa alluvione) o l’impegno profuso nell’Ottocento per trasformare Santa Croce nel grande mausoleo della storia italiana. Nel 1966 l’alluvione di Firenze inflisse gravissimi danni al complesso della basilica e del convento, situati nella parte più bassa di Firenze, tanto da diventare tristemente nota come simbolo delle perdite artistiche subite dalla città (soprattutto con la distruzione del Crocifisso di Cimabue), ma anche della sua rinascita dal fango, attraverso la capillare opera di restauro e di conservazione.

STATUA DI DANTE

Il Monumento a Dante Alighieri si trova a Firenze, in piazza Santa Croce. Scolpito da Enrico Pazzi nel 1865 in occasione delle trionfali celebrazioni per il seicentenario dantesco, che coincisero col primo anno di Firenze Capitale. Il monumento ebbe complessa gestazione. Sappiamo dell’esposizione del bozzetto fin dal 1856, anni nei quali l’atteggiamento di sdegno attribuito al volto del Poeta aveva chiaro riferimento alla servitù dell’Italia nei confronti della dominazione straniera. Nel 1857 si costituì – guardando più che al valore artistico dell’opera ai valori patriottici che questa esprimeva – un Comitato nazionale che avviò una sottoscrizione pubblica per la realizzazione del monumento, con lo scopo di farne dono al Comune di Firenze affinché fosse collocato in una pubblica piazza, come “espiazione dell’esilio dato al grande poeta dai suoi cittadini”. Raccolta la somma (tra i sottoscrittori Giuseppe Verdi, Alessandro Manzoni, Bettino Ricasoli e Giosuè Carducci) ed eseguita la statua, il consiglio comunale, dopo una prima ipotesi che l’avrebbe vista collocare in piazza Vecchia di Santa Maria Novella (attuale piazza dell’Unità Italiana), deliberò di collocarla al centro della piazza di Santa Croce, in rapporto diretto con la basilica, “Pantheon delle glorie italiane”. Lo stesso municipio fiorentino si fece carico delle spese relative al complesso basamento, realizzato su progetto di Emilio De Fabris con la collaborazione dell’architetto Luigi Del Sarto.
La scultura fu inaugurata con grande concorso di folla e alla presenza del re Vittorio Emanuele II il 14 maggio 1865, in occasione del sesto centenario della nascita del poeta – coincidente con il primo anno di Firenze Capitale (1865-1871) – nell’ambito di un nutrito programma di eventi volti a celebrare l’Alighieri.

Nel 1966, in occasione dell’alluvione del 4 novembre, il monumento subì vari guasti e l’amministrazione comunale procedette decisamente alla sua rimozione (28 maggio 1968) trasferendo provvisoriamente gli elementi nel giardino del vicino Bardi Serzelli, annunciandone parallelamente sia il restauro sia la sua nuova collocazione in angolo alla facciata della chiesa, dove tuttora si trova. A fronte di tale scelta nel 1969 si costituì un comitato internazionale per la ricollocazione del monumento “dove era e come era”, variamente sostenuto dalla stampa e dall’opinione pubblica. Nonostante l’acceso dibattito, in parte sollevato dagli stessi frati francescani contrari alla nuova sistemazione, la scultura fu in effetti rimontata dove ora si trova nel 1971. Lo spostamento, tuttavia, consentì di tornare a utilizzare la piazza per il tradizionale calcio in costume e di avviare un processo di riqualificazione di tutto lo spazio. In particolare fu eliminato il parcheggio, in modo da recuperare la piazza come luogo d’incontri sociali e manifestazioni pubbliche. Nel 2011 la statua di Dante Alighieri è stata oggetto di un ulteriore restauro (operatore Ram, Restauri Artistici Monumentali, direzione dei lavori Marzia Cantini) attuato nell’ambito del progetto “I luoghi della Memoria”, promosso dalla presidenza del consiglio dei ministri nell’ambito delle manifestazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.

La scultura, in marmo bianco di Carrara, raffigura Dante Alighieri eretto e dall’espressione severa, il capo incoronato d’alloro, mentre sorregge con la mano destra la Divina Commedia e ha vicino un’aquila con le ali semichiuse. Il basamento, con riquadri in marmo rosso di Verona e una iscrizione dedicatoria datata 1865, presenta agli angoli quattro marzocchi che reggono con la zampa scudi sui quali sono incisi i titoli della altre opere del Poeta. Lo zoccolo, in bardiglio, è circondato da bassorilievi rappresentanti gli stemmi di quaranta città.

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