Alpi Apuane

Iniziamo con un video per vedere e capire la bellezza di questi monti unici al mondo:

Le Alpi Apuane sono una catena montuosa situata nel nord-ovest della Toscana, facente parte del Subappennino toscano e delimitata a nord-ovest dal fiume Magra (Lunigiana), a est dal fiume Serchio (Garfagnana, Mediavalle e Piana di Lucca) e a sud-ovest dalla Versilia e dalla Riviera Apuana, interessando parte del territorio delle province di Lucca e Massa-Carrara. Il territorio corrispondente al loro bacino è storicamente conosciuto anche con il toponimo Apuania, ovvero una parte del territorio della Toscana. Dal 1985 parte del territorio è compreso nel Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, che dal 2012 è entrato nella rete dei Geoparchi tutelati dall’UNESCO.
L’aggettivo “apuane” è legato alla popolazione dei Liguri Apuani, i quali popolavano una parte dell’Appennino ligure e tosco-emiliano e le Alpi Apuane nell’epoca dell’Italia preromana.
Strabone li chiamava Lunae montes, cioè “monti della luna”, Dante Alighieri Monti di Luni, antica città romana in provincia di La Spezia. Analogamente Gabriele d’Annunzio: Alpe di Luni.

Ecco altre foto inviatemi dei lettori: https://davidebaroniscrittore.com/montagne-vette/

Per quanto riguarda il concetto di “alpi”, è un appellativo usato per descrivere montagne difficili da scalare. Viene ufficializzato nella regione con l’istituzione della Repubblica Cisalpina nel 1798.
Felice Giordano nel 1868, durante una delle prime adunate del Club Alpino Italiano a Firenze dice che “Il nome di Alpi sta bene invero a questa giogaia che proietta nel cielo un profilo scabro, straziato e irto di picchi alti”. La definizione di “Alpi in miniatura” è invece dei fiorentini Bertini e Triglia, autori di una guida escursionistica pubblicata dal CAI Firenze nel 1876.
Secondo altri, il nome “Apuane” è da riferirsi alla città che un tempo era chiamata Apua e che oggi potremmo identificare con Pontremoli.
La catena delle Alpi Apuane si differenzia dal vicino Appennino per la sua morfologia aspra e incisa, da cui appunto l’appellativo di Alpi. L’energia del rilievo è molto elevata, specialmente nel versante versiliese-marittimo: se si escludono infatti i chilometri della pianura costiera versiliese (circa 4 km di larghezza), si passa da poche decine di metri sopra il livello del mare agli oltre 1800 metri in meno di 7 km.
Orografia: vette principali
• Monte Pisanino (1947 m)
• Monte Cavallo (1895 m)
• Monte Tambura (1895 m),
• Pania della Croce (1858 m), la vetta più alta del gruppo delle Panie
• Monte Grondilice (1808 m)
• Monte Contrario (1788 m)
• Pizzo d’Uccello (1783 m)
• Penna di Sumbra (1770 m)
• Monte Sagro (1753 m), sovrasta la zona di Carrara.
• Monte Sella (1736 m)
• Monte Alto di Sella (1723 m)
• Pizzo delle Saette (1720 m), gruppo delle Panie
• Monte Roccandagia (1717 m), sovrasta Campocatino
• Monte Fiocca (1714 m)
• Pania Secca (1709 m), gruppo delle Panie
• Monte Corchia (1678 m), famoso per l’antro omonimo
• Monte Altissimo (1589 m)
• Monte Macina (1568 m), svetta sopra Arni
• Monte Croce (1527 m), la cui vetta si trova poco a nord del Monte Sumbra
• Monte Freddone (1479 m), sovrasta l’alpeggio di Puntato
• Monte Borla (1469 m) la prima vetta apuana da nord ovest, gruppo del Sagro
• Monte Maggiore (1396 m), nel gruppo del Sagro
• Monte Matanna (1318 m)
• Monte Croce (1312 m), la cui vetta si trova tra Palagnana e Fornovolasco
• Monte Nona (1297 m), dal crinale nord scosceso verso il Monte Procinto
• Monte Piglione (1231 m), con la lunga e regolare cresta erbosa ben visibile dal vicino Prana.
• Monte Forato (1230 m), famoso per l’arco naturale di roccia di 20 x 36 m
• Monte Prana (1218 m)
• Monte Procinto (1177 m), dalla caratteristica forma “a panettone”
• Monte Gabberi (1108)
• Monte Lieto (1017 m), al di sotto del quale sorge l’abitato di Sant’Anna di Stazzema
• Montalto (920m), presso cui sorgono Retignano e Volegno e numerose cave di marmo.

Un’importante caratteristica della catena apuana è la massiccia presenza di grotte carsiche e di morfologie tipiche del carsismo.
Le Alpi Apuane rappresentano infatti una delle aree carsiche più importanti d’Italia. Tra le 50 grotte più profonde della penisola, 17 sono apuane, così come tra le 50 più estese in lunghezza, 8 sono apuane. Il carsismo rappresenta uno dei processi geologici più conosciuti per la capacità di dare vita a forme e paesaggi spettacolari. La maggior parte dei fenomeni carsici è dovuta all’azione delle acque d’origine meteorica sulle rocce, principalmente di tipo carbonatico (calcari e dolomie) che sono la litologia prevalente nella zona. Oltre ai numerosi abissi (fra i quali quelli che raggiungono profondità maggiori di 1000 metri, come l’Abisso Roversi, Abisso Olivifer, Abisso Fighierà-Farolfi-Buca d’Eolo, Abisso Perestoika e altri), sono presenti 3 grotte turistiche visitabili durante tutto l’anno, e sono: Antro del Corchia, Grotta del Vento e le Grotte di Equi Terme.
Il carsismo in Apuane ha dato luogo anche a paesaggi carsici epigei come il campo carreggiato della Vetricia (Gruppo delle Panie) e il campo di doline della Carcaraia (versante settentrionale del monte Tambura).

https://it.wikipedia.org/wiki/Alpi_Apuane

Localmente è chiamato l’Omo Morto. È la cresta che dalla Focetta del Puntone si dirige alla Pania Secca con un andamento mosso da cui deriva il nome: infatti somiglia al viso di un uomo coricato. La cresta costituisce confine tra i comuni di Molazzana e di Vergemoli entrambi in provincia di Lucca. Alcuni, in passato, videro nel monte il profilo del poeta Dante Alighieri. È possibile riconoscere il sopracciglio (un piccolo ammasso di rocce ed erba), gli occhi (un rialzo), il naso, la bocca (un rialzo della cresta) ed il mento (ancora più alto), inoltre un boschetto ricorda la capigliatura (almeno nel versante settentrionale). Esso è un’isola scistosa nell’ambiente calcareo delle Panie e si trova proprio in mezzo tra la Pania della Croce e quella Secca. La quota più elevata della cresta è il Naso che si eleva a 1677 metri, esso è conosciuto anche come il Puntone di Mezzo al Prato. Mentre il versante settentrionale, dove si trova il rifugio Rossi è prativo, quello meridionale è un orrido strapiombo alto fino a 700 metri formato da rocce, sfasciumi e pendii erbosi con canali e coste rocciose che rivestono un certo interesse alpinistico e che si risalgono dalla zona di Fornovolasco anche se i rocciatori preferiscono scalare la Pania Secca. Il Naso ed il Mento sono raggiungibili in pochi minuti dal rifugio per tracce di sentiero ed offrono un bel panorama. Il profilo dell’Uomo Morto ha stimolato l’origine di numerose storie e leggende che rimandano a giganti addormentati o a giovani innamorati trasformatisi in pietra. (dalla pagina http://www.escursioniapuane.com/SDF/Uomo%20Morto.html)

Ecco dei video per chi volesse approfondire

https://www.raiplay.it/video/2017/03/Linea-verde-Alpi-Apuane-agricoltura-eroica-tra-cave-di-marmo-e-pastori-eremiti-7e0685df-8c28-4f4d-80fe-83bd1bfbed7f.html

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