Equi Terme

Ammiriamo questo borgo che incanta:

Equi Terme è arroccato alle pendici del Pizzo d’Uccello, una vetta delle Alpi Apuane settentrionali che domina la porzione più alta dell’antistante valle del Lucido.
Il paese è attraversato dai fiumi Lucido e Rio Catenella e deve la sua denominazione alla presenza di sorgenti termali di acque sulfuree. Tra il borgo e il Pizzo d’Uccello si snoda il canyon roccioso denominato “Solco di Equi”, risultato di fenomeni geologici di epoca glaciale e sede di un importante bacino marmifero.
L’origine del nome “Equi Terme” sembra derivare dal termine latino acquae riferito alla presenza delle sorgenti di acque termali che scaturiscono dal bosco, dalle numerose grotte e dai torrenti intorno al paese. Tali sorgenti furono utilizzate già in antichità, come testimoniato dai ruderi delle terme di epoca romana che furono interrati nel 1894 per la costruzione del moderno complesso termale. Tuttavia, il luogo risulterebbe abitato fin dall’epoca preistorica, come testimoniato dai ritrovamenti presso le grotte della Tecchia e della Buca.
Un’altra ipotesi fa risalire l’origine del termine “Equi” alla famiglia romana degli Aequi, quando intorno al 179 a.C. i numerosi centri che sorgevano in Lunigiana prendevano nome da quello delle popolazioni sconfitte che abitavano il territorio o dal nome dei capitani che ne ottenevano la conquista.
Secondo la tradizione locale, il borgo fu invece fondato da alcuni esuli di Luni in seguito alla distruzione di questa città da parte dei Normanni.
Intorno all’anno mille Equi Terme afferiva alla pieve di Codiponte, che nel XIV secolo passò sotto il controllo di Spinetta il Grande il quale, nel suo testamento, lasciò tutto ai Marchesi di Fosdinovo. Nel 1366 quest’area venne unita al dominio dei signori di Castel dell’Aquila di Gragnola; nel 1418 finì sotto la protezione della Repubblica di Firenze, per passare poi al Castiglione del Terziere di Bagnone nel 1451 e infine nel 1726 venire inserita nel territorio di Fivizzano.

Prima del XIX secolo e dell’avvento dell’industrializzazione legata all’estrazione del marmo, le popolazioni della valle del Lucido, così come quelle della altre valli appenniniche e apuane, vivevano di pastorizia, agricoltura e sfruttamento dei boschi.
Nella seconda metà del XX secolo, importanti società industriali straniere come Walton, Good & Cripps e Marble Valley aprirono cave e segherie di marmo ai piedi del monte Pizzo d’Uccello, portando al progressivo cambiamento dell’economia di Equi Terme e del territorio circostante.
Una volta aperta la cava, per facilitare il trasporto dei grandi blocchi di marmo venne sperimentata una funicolare, che però non diede i risultati sperati. Si rese così necessario l’uso dei carri e della “ciabattona”, una primitiva locomotiva a vapore. Fu costruita una strada costeggiata da muretti a secco che da Equi Terme, salendo il meno rapidamente possibile, giungeva sino alle cave. Tale strada marmifera corre lungo la sponda sinistra del Solco d’Equi e attraversa la montagna per mezzo di due tunnel che furono interamente scavati a mano.
Un avvenimento importante per lo sviluppo turistico del paese fu l’avvento della linea ferroviaria Aulla-Lucca. I primi studi e il progetto risalgono al 1850, ma i lavori iniziarono solo nel 1879 e furono interrotti e ripresi più volte. Il primo treno giunse a Equi Terme il 21 agosto 1930, quando fu inaugurata la tratta Monzone-Equi Terme. Per quasi 30 anni Equi Terme fu capolinea del binario tronco proveniente da Aulla e ci volle più di un secolo prima che il 21 marzo del 1959 l’intera linea fosse completata e inaugurata dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Dei tre binari originari, un tempo utilizzati per lo scambio del materiale estratto dalle cave, per il turismo termale e per la costruzione della galleria del vicino paese di Ugliancaldo, ne rimane solo uno. (https://it.wikipedia.org/wiki/Equi_Terme)

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