Carlos Ruiz Zafòn

Mentre mi apprestavo a scrivere la scheda su Carlos Ruiz Zafon ho appreso la notizia della sua morte, il 19 giugno 2020. Carlos Ruiz lottava da anni contro una brutta malattia e pochi giorni fa è morto, lasciando un grande vuoto nel mio cuore. Un altro pezzo della letteratura mondiale che scompare

Ancora una volta era stato il passaparola a farmi conoscere quello che è diventato il mio autore preferito, Carlos Ruiz Zafon. Addirittura quell’amica mi aveva prestato il libro, che poi, da tanto che mi era piaciuto, sono andato subito ad acquistare. I suoi libri meritano di stare nelle librerie di chi ama leggere. Zafon era uno scrittore che dipingeva le parole e usava il foglio come fosse la tela di un quadro. Le sue pennellate erano ricche di magia e mistero e rimangono impresse nella mente accarezzandola per giorni. É difficile classificare i romanzi di Zafon, sono un melting pot di più generi, come se l’autore avesse voluto rendere omaggio a tutta la letteratura mondiale, ma io li voglio definire con una sola parola: poesia.

Carlos Ruiz era l’ultimo dei poeti.

Ogni suo libro fa parte di un ciclo di più romanzi. Tuttavia, ogni volume offre una storia indipendente e chiusa. Questo permette di leggere le sue opere in qualunque ordine si voglia, anche in modo separato e indipendente, e senza essere costretti a seguire l’ordine di pubblicazione. In questo modo, il lettore ha la possibilità di cogliere nuove sfumature, nuovi legami, nuove informazioni e nuove prospettive. Ogni libro diventa un’ulteriore porta d’ingresso nel mondo fatato dello scrittore. La sua scrittura è una delle più evocative e poetiche che conosca: bastano poche righe del romanzo per essere catapultati nella Barcellona del dopoguerra, bastano poche pennellate date con maestria per immedesimarsi nei granelli di polline che aleggiano immobili nell’aria come luce in polvere, bastano poche parole per essere una di quelle persone ferme che appaiono congelate come figure in una vecchia fotografia. Non servono sforzi per immaginare le scene che descrive sempre sapientemente. Ogni pagina è un quadro da sfogliare. La sua scrittura s’imprime nella mente e non ti lascia più. Zafon conquista e affascina. Per me era uno dei migliori scrittori a livello internazionale. Capace di tessere molteplici fili della trama senza mai inciampare, di creare misteri che ne contengo altrettanti, di costruire storie nelle storie e libri nei libri, in un crescendo continuo di emozioni e di colpi di scena. Riusciva a dare vita ai suoi personaggi e chi avesse passeggiato per le Ramblas di Barcellona, non avrebbe potuto fare a meno di vedere e sentire la loro presenza accanto, come fossero esistiti per davvero.

Consiglio a tutti di partire dal suo primo capolavoro L’ombra del vento per poi continuare con i libri che fanno parte della tetralogia Il Cimitero dei Libri Dimenticati. In precedenza aveva scritto alcuni romanzi per ragazzi e consiglio di leggerli solo dopo aver letto gli scritti più maturi, così poi potrete apprezzare anche le pennellate più giovanili. L’ombra del vento è stato pubblicato nel 2001. Uscito in sordina in Spagna, grazie al passaparola degli entusiasti lettori, l’opera raggiunse in poco tempo il vertice delle classifiche letterarie spagnole ed europee, divenendo di fatto un vero e proprio fenomeno letterario. Oltre otto milioni sono le copie vendute nel mondo: acclamato come una delle grandi rivelazioni letterarie degli ultimi anni, il libro è stato tradotto in oltre 40 lingue, ottenendo numerosi premi a livello internazionale. Dopo L’ombra del vento consiglio di leggere in sequenza Il gioco dell’angelo, Prigioniero del cielo e per ultimo Il labirinto degli spiriti.

Leggete Carlos Ruiz Zafon, e vi perderete nella sua poesia.