Bucamon

Qual è l’etimologia della parola?
Formentini ha dapprima pensato a “bucamonte”, scartando, però, subito l’ipotesi, perché non spiegabile per un toponimo e troppo foneticamente modificata. Potrebbe avere una derivazione da buco-buca, derivare dal passaggio buco-bucamo-bucamon, giustificato dalla analogia con forame? Se il suffisso fosse un accrescitivo, però, come dovrebbe essere definita la buca di Equi, molto più grande? Vengono, pertanto, scartate tutte le ipotesi linguistiche, per collegare la ricerca all’animo collettivo delle popolazioni primitive e a giustificazioni storico-archeologiche.
Ferma restando, quindi, la legittimità di “buca” – che da sola denomina la caverna di Equi-, il suffisso mon- ritiene Formentini-potrebbe derivare da mond, parente dell’etrusco – latino mundus? Mundus era una fossa rituale, una specie di pozzo ricavato nel terreno destinato alla futura città, dentro cui si gettavano zolle di terra, simbolo di presa di possesso, e primizie, gesto propiziatorio per gli dei Mani…
Sopra veniva eretto un altare in pietra quadrata per il fuoco sacro… Il rito, prima che dai Romani, veniva praticato dagli Etruschi e dagli abitanti terramaricoli, come dimostrano gli scavi archeologici. Erano queste fosse – secondo le teorie e gli studi di illustri storici- che mettevano in comunicazione il mondo sotterraneo dei Mani con quello dei vivi. Questo principio religioso trova corrispondenze ed analogie, oltre che col mondo etrusco, con quello indiano. Avrebbe, quindi, origini indoeuropee. (a.f.)
Si può identificare il culto dei morti col culto della Terra, che accoglie il morto nel suo grembo, dove è raggiunto dalle preghiere e dai doni dei viventi e da dove manda le sue benedizioni su loro?”. Insomma, il rapporto fra grotte, caverne, culto dei morti, oggetti votivi è riscontrabile in molti e diversi luoghi, fino a dimostrare plausibile l’accostamento grotta-bucamon-mundus, in quanto costituisce una base su cui costruire una “visione del passato”, alla cui luce possono trovare giustificazione le testimonianze archeologiche o documenti di altro tipo. È certo che San Giorgio è un monte “gruviera”, in quanto numerosissime ed inesplorate sono le grotte, piccole o grandi, che vi si incontrano. C’è materiale di ricerca per tutte le scienze!

(articolo del professore Andreino Fabiani)

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