Fivizzano – La Firenze della Lunigiana

Fivizzano, Comune Italiano in Provincia di Massa e Carrara, appartenente al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, sulla strada che conduce al passo del Cerreto.
Il centro sorge su una collina che sovrasta la valle del fiume Rosaro in posizione panoramica verso la Lunigiana orientale.
Ebbe la denominazione di “Firenze della Lunigiana”, perché, tra le tante località della regione, è quella che ha maggiormente recepito la presenza medicea, della quale ancora conserva numerose testimonianze.
Il poeta Giosuè Carducci che venne a studiare la poesia di Giovanni Fantoni; la definì “Una perla sperduta tra i monti”.
Qui fu inventata la prima macchina da scrivere nell’ anno 1806 da parte di Agostino Fantoni e sempre in questo borgo fu stampato uno dei primi libri al mondo con la tecnica della stampa a caratteri mobili già nell’anno 1471 da parte di Jacopo da Fivizzano.
Terra abitata già dalla preistoria, come dimostra il ritrovamento a 700 metri dal suo centro della statua stele di Verrucola con il vicino menhir preistorico del Masso di Nazio e il sovrastante sito cerimoniale preistorico, ricco di coppelle, del Masso di Santa Caterina.
Qui hanno posto la loro base le tre protagoniste del mio romanzo L’angelo del male. Assistiamo al loro arrivo nel borgo, dopo aver affrontato un lungo viaggio che le ha viste partire dalla Bosnia.

Tratto da L’angelo del male – Il risveglio
“L’imbrunire aveva già colorato di nero la volta celeste. Il vento ululava, flagellando le nubi con sferzate violente. Quando le ragazze giunsero di fronte al cancello che introduceva all’Ostello degli Agostiniani, grosse gocce di pioggia si schiantarono rumorosamente sui loro k-way.
Fu allora che il cielo si illuminò di lampi e saette.
Le giovani si avviarono verso l’ingresso vero e proprio seguendo un piccolo viottolo. L’umidità si stava alzando dal giardino che circondava l’intera struttura. Appena varcato il portone d’ingresso, furono ricevute da un ragazzo di colore: fisico atletico, capigliatura rasta e volto sfigurato da un lungo sfregio”.

Ingresso dell’Ostello degli Agostiniani

Seguiamo Danica fino alla stanza dove avrebbero dormito.

Tratto da L’angelo del male – Il risveglio
“Mentre Ana e Zora ultimavano la registrazione alla piccola reception, l’inserviente accompagnò Danica nella camera multipla, dove avrebbero dormito. Per spendere meno avevano optato per l’enorme stanzone in comune.
Giunti nel dormitorio, Danica ringraziò l’uomo per la sua gentilezza e depose subito i bagagli in un armadio che ricopriva la parete.
Nello stanzone c’erano una decina di letti, tre dei quali già occupati.”

Dormitorio

Dopo il lungo viaggio lasciamole riposare. Le ritroveremo l’indomani nella piazza principale del borgo, Piazza Medicea.

Piazza Medicea e Chiesa di San Jacopo e Antonio.

Ecco come Danica vide la piazza.

Tratto da L’angelo del male – Il risveglio
Piazza Medicea si apriva agli occhi dei visitatori come un’ostrica che sfoggia fiera il proprio tesoro. Al centro campeggiava una meravigliosa vasca in marmo e pietra serena dalla forma squadrata, circondata da una fine cancellata di ferro battuto. L’acqua zampillava da una colonna centrale su cui erano stati scolpiti gli stemmi della famiglia De Medici, signori di un tempo che fu.
La chiesa si ergeva nell’angolo più nascosto della piazza, quasi fosse una fanciulla intimidita.
Ristrutturata nel XVI secolo, aveva assunto un aspetto rinascimentale: tre navate sostenute da quindici colonne. A sinistra dell’entrata c’era una vasca battesimale monolitica, sulla quale era raffigurato un segno legato alla viabilità medievale: il bordone, bastone dei pellegrini.
Fivizzano era sempre stata una tappa fondamentale per tanti viandanti.
Quella domenica, grazie al Battesimo del primogenito del sindaco, la chiesa era stipata.

Piazza Medicea e Chiesa dei SS Jacopo e Antonio

Durante le sue indagini in Lunigiana, prima di risolvere il mistero delle Statue stele, legato alle origini dell’essere umano, Danica deve scoprire un arcano riguardante un misterioso quadro parlante. Non sapendo dove trovare informazioni, la giovane chiese informazioni a Enrico, il custode del Museo della stampa, con il quale ha fatto amicizia. Seguiamola.

Tratto da L’angelo del male – Il risveglio
«Il quadro in questione, è un’opera di Baccio Ciarpi, un pittore originario della Valle del Serchio: si tratta della Madonna col bambino e santi.»
Sentito il titolo del quadro a Danica le scappò un sorrisetto.
«Mia sorella aveva detto che quei nomi le ricordavano dei santi e, in effetti, aveva ragione. Ma non capisco cosa voglia dire ascolta il quadro.»
Enrico si gongolò, aveva una risposta anche per quello.
«Presto detto, quel quadro è anche chiamato il “dipinto parlante”.»
«Cioè?»

«Il dipinto del Ciarpi ha una caratteristica sorprendente. Sembra che riesca a “parlare” al cuore delle persone che lo osservano in silenzio. In particolare le figure dei due Santi, Rocco e Genesio, sussurrano parole sul secolare cammino dei pellegrini. San Rocco è il patrono dei pellegrini e dei viandanti, Genesio invece è il protettore degli attori di teatro. Strano, sul biglietto non hanno citato il vescovo Martino, che è l’altra figura vicino alla Vergine.»
«Sei meglio di Wikipedia!» affermò ridendo Danica.
«Vorrai dire della Treccani» fece eco lui.
Enrico stava ancora ridendo, quando Danica gli fece un’altra domanda.
«Scusami ancora, e dove si trova questo quadro?»
«Ah, più vicino di quanto immagini. Se lo vuoi vedere, puoi andarci anche adesso a piedi. Si trova nel Museo di Arte Sacra di San Giovanni degli Agostiniani, di fianco alla chiesa in piazza Medicea.»

Nel Museo di Arte Sacra di San Giovanni degli agostiniani, Danica avrà una grande sorpresa. Scoprirà qualcosa che le sarà molto utile nel percorso per svelare il mistero delle statue stele e dell’origine dell’umanità. Ma non voglio anticiparvi nulla, potrete leggere l’epilogo di quanto ha trovato direttamente nel romanzo L’angelo del male.

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