Il crocifisso ligneo

Un estratto relativo al crocifisso ligneo esposto nella chiesa di Civita. Un’opera d’arte meravigliosa, unica al mondo. Sembrerà incredibile ma quanto descritto non è frutto della mia immaginazione, quel Cristo esiste per davvero e i suoi occhi sembrano ancora osservare chi si avvicina alla croce. Adesso vi accompagno all’interno della chiesa:
“Le tre navate mi accolsero nella penombra. Colonne di arenaria mi aspettavano come braccia ospitali e accompagnarono il mio sguardo dentro quello scrigno ricco di tesori. Alcune candele, sopravvissute alle funzioni del giorno precedente, stavano agonizzando vicino all’altare. Stanche di quella danza tremolante, le fiammelle si erano afflosciate su di un lato e avevano fatto sciogliere la cera velocemente, come fossero alla ricerca di una rapida eutanasia…”
“… I miei occhi si abituarono al buio e, quando si spalancarono, vidi di fronte a me un volto che mi fissava. Uno sguardo inquietante e sofferente implorava il mio aiuto. Lo sentivo incollato sopra di me e restai immobile. Solo dopo alcuni istanti capii che erano gli occhi di Gesù, del crocifisso donatelliano esposto nella chiesa. Tuttavia, nonostante la consapevolezza, il disagio non svanì del tutto. Mi avvicinai al legno per osservarlo meglio, rapito dall’espressività del volto.
Guardandolo frontalmente avevo la sensazione che Gesù fosse ancora vivo, visto da sinistra era agonizzante, mentre da destra era già sprofondato nel sonno della morte. Non avevo mai visto quell’effetto destabilizzante che faceva di Gesù un attore di scena. Una magia che rendeva quel luogo ancor più affascinante.”
Il giardino dell’Eden

Voglio accompagnarvi all’interno del giardino dell’Eden. Ma non fermatevi alle prime righe, leggete tutto fino in fondo … scoprirete una piccola curiosità.
“Imponenti e folte, le piante proiettavano la loro sagoma sul terreno, ombreggiando il giardino ricolmo di fiori. In quel luogo magico, i suoni si libravano verso il cielo senza incontrare ostacoli. Il volo degli insetti si univa al fruscio delle foglie, componendo soavi melodie. Il vento tra i rami pareva un’orchestra di fiati, l’erba frusciante un concerto d’archi e, mentre lo scorrere dei ruscelli faceva da sottofondo, i pistilli vibravano come tanti campanelli.
Il giardino pareva un immenso mare verde composto da onde rassicuranti.”
Non ci crederete, ma Eva non tentò mai Adamo con una mela. Nella Bibbia non c’è alcun albero di mele e nessun frutto proibito. Questa è solo un’invenzione successiva alla redazione biblica. I versetti in realtà parlano di Albero del Bene e del Male. Male in latino si scrive malum proprio come mela, da qui forse il disguido. Ma chi era Adamo? Chi fu la prima donna? Cos’era l’Eden per davvero? Figli delle stelle vi aspetta per darvi alcune risposte sorprendenti.
Il cimitero

“Il cielo era un groviglio di nubi avviluppato all’orizzonte. Quella foresta intricata di nembi scuri nascondeva la luce quasi volesse celare segreti inconfessabili.
Caronte, il guardiano del cimitero, trattenne lo sguardo su quelle tenebre e sentì la fredda carezza del vento vespertino sul viso.
…
Volti immortalati in un eterno sorriso lo guardavano lavorare. Parlava loro pur sapendo che non avrebbe mai ricevuto risposta, o forse queste gli giungevano attraverso la danza infinita dei lumini, in un enigmatico e continuo messaggio cifrato che solo lui conosceva.
…
La città dei morti si inerpicava sui fianchi di un piccolo rilievo, novello Golgota. Tombe, lapidi, croci, mausolei si susseguivano senza fine. Viali cosparsi di ghiaino candido e un mare di marmo bianco avvolgeva quell’ambiente triste in un infinito inverno: neve perenne abbracciata a sofferenza e sconforto.
…
Una bolla di luce sinistra proveniva proprio dal loculo con l’inquilino più recente. Come una riunione di pettegole, i lumini erano addossati l’uno all’altro e creavano una luce più intensa che si disfaceva man mano che saliva verso il cielo.”
XII secolo a.C.

Vampe altissime salivano verso il cielo ardendo le rovine dell’antica città che spiccava superba sulla rocca. Nel bagliore purpureo che l’avvolgeva, un eroe si stagliava tra le fiamme, portava sulle spalle l’anziano padre e teneva per mano il figlioletto Julo. Aveva con sé anche i Penati, divinità protettrici del focolare domestico e simbolo della patria. Chinò lo sguardo sotto le mura e vide bruciare quel vile cavallo che aveva ingannato tutti loro, poi raggiunse le tenebre dileguandosi come un vampiro all’alba.
Tutto era pronto per la nuova partenza. Gli uomini, che molti secoli prima avevano lasciato la regione ai piedi dell’Urartu e fondato quell’importante città, erano pronti a un nuovo esodo. L’oceano li attendeva placido e silenzioso, come un genitore in attesa del figlio …
Civita e i gatti

CIVITA E’ UN BORGO CON TANTI GATTI, MA IN QUESTO LUOGO MAGICO ANCHE LORO NASCONDONO UN SEGRETO…
“D’improvviso sentii scivolare qualcosa sopra i piedi, poi una carezza sugli stinchi fino alle ginocchia. Abbassai la testa e vidi un dolce micio. In lontananza altri gatti raggomitolati godevano del tepore mattutino, il pelo a strisce bianconere li faceva assomigliare a tanti calzini stesi al sole.
Vicino a me, si stava stiracchiando un micio dall’aspetto bizzarro. Non era randagio, aveva un piccolo collare con attaccata una campanellina. Sembrava di razza mediorientale: grandi orecchie, pelo bianco macchiato di zafferano, scuri occhi a mandorla spruzzati di pagliuzze dorate che brillavano a raggiera intorno alle pupille.
Mi chinai ad accarezzarlo proprio mentre un raggio di sole colpì i suoi occhi, imprimendogli uno sguardo quasi umano. Muoveva i baffi e arricciava il naso felice delle premure. Dopo essersi preso numerose carezze si allontanò da me scampanellando, ma non si dileguò, girava continuamente la testa aspettando che lo seguissi. Procedeva a piccoli passi, poi si fermava miagolando per attirare la mia attenzione. A quel punto l’istinto mi disse di seguirlo….”
Alba e Davide

“Davide per giorni era ritornato ai piedi della grande quercia ma non aveva più incontrato Alba.
Quel giorno era seduto con la schiena appoggiata al tronco e lo sguardo perso sull’immensa distesa brunastra, un tappeto di foglie ingiallite dall’autunno.
Il vento staccava le ultime foglie che ancora resistevano intrepide sui rami. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quel soffio pungente.
Alba apparve all’improvviso e si sedette subito al suo fianco.
Una brezza leggera le scompigliava i capelli sciolti sulle spalle. Le foglie più leggere volteggiavano nell’aria come tante damigelle danzanti che la invitavano a ballare.
Tonalità ocra e oro accarezzavano le loro sagome formando un delicato quadro dai colori pastello. In lontananza alberi spogli s’inchinavano al vento che aveva aumentato d’intensità.
Il profumo di bosco si diffondeva sempre più nell’aria, vibrava verso il cielo come quell’amore impossibile e dannato.
Le loro labbra si avvicinarono senza dir nulla. Si stavano già sfiorando quando Alba si alzò di scatto, non era ancora pronta, forse era meglio passeggiare.”
Un quadro particolare

ANCHE I QUADRI, IN FIGLI DELLE STELLE, NASCONDONO UN SEGRETO …
“Sonia attraversò il corridoio che introduceva alla sala dei ricevimenti. Le torce dentro le nicchie delle pareti illuminavano il lungo atrio donandogli un’aurea mistica. Numerosi quadri adornavano i muri in pietra, ognuno riportava una targhetta con indicato autore, titolo e anno. Sonia li scrutò con attenzione. Non sapeva perché ne fosse così attratta, ma non riusciva a staccare gli occhi.
“La crocifissione di Cristo.” La targhetta non riportava il nome dell’autore, forse ignoto, ma indicava come anno di produzione il 1350.
L’attenzione dell’archeologa fu attirata da oggetti particolari che si libravano in aria nell’angolo del dipinto. Assomigliavano in tutto e per tutto a dischi volanti. Allibita, guardò un secondo quadro e chiamò vicino a sé Ghersi.”