Grotte di Equi Terme

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Il Parco culturale delle Grotte di Equi Terme è stato istituito per far conoscere il complesso carsico sotterraneo di Equi, un insieme di cavità, cunicoli, sale, stalattiti, stalagmiti e laghi sotterranei.
Con il termine “Tecchia” si indica un riparo sotto roccia e così è chiamata la grotta più nota del complesso carsico della valle del Lucido. La Tecchia divenne nota solo nel 1909 dopo che l’archeologo Giovanni Podenzana ne indicò l’interesse; essa si raggiunge attraverso il sentiero che sale sulla parete sinistra della valle del Fagli ed è comunicante con la grotta della Buca.
Durante le campagne di scavo tra il 1972 e il 1983 furono ritrovate tracce dell’Uomo di Neanderthal del Paleolitico medio, utensili in pietra riferibili alla cultura musteriana e resti di animali quali l’orso delle caverne. La grotta della Tecchia fu poi riutilizzata durante l’Età del rame, nel III millennio a.C., come luogo di sepoltura e più avanti nel Medioevo come riparo.
Risalendo il paese di Equi Terme attraverso il Solco di Equi, si incontrano alcuni luoghi anticamente frequentati dall’uomo. Sulla sponda sinistra del torrente Catenella si trova il “Buco del Diavolo”, una fenditura nella roccia a lato della strada nella quale si raccoglie l’acqua che cola dalla montagna. A quota più alta sul versante del Monte Grande si trova la “Grotta delle Felci”, un riparo alla base di una parete a strapiombo anticamente frequentata nell’Età del Rame e del Bronzo finale. Sulla sponda opposta, tracce di un possibile insediamento risalente all’Età del Rame sono state attribuite alle due grotte “Tana della Volpe” e “Tana della Volpe 2”. La prima è stata oggetto di uno studio fin dai primi anni Cinquanta che ha consentito di determinarne l’uso sepolcrale. La seconda, anch’essa utilizzata a fini sepolcrali, si può ricondurre all’età dei metalli. (https://it.wikipedia.org/wiki/Equi_Terme)

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