Sodoma e Gomorra

Le città senza peccato

Voglio iniziare l’articolo riportando quanto scrive il vocabolario Treccani in riferimento al termine sodomia:

Dal nome dell’antica città palestinese di Sodoma che, secondo la tradizione biblica, Dio distrusse perché vi si praticava questo vizio. Termine che indica, nell’uso corrente, rapporti omosessuali tra individui di sesso maschile, mentre più propriamente indica ogni forma di rapporto sessuale per via anale.

Questo è quindi un termine di origine religiosa, che nasce dalla storia di Sodoma e Gomorra, raccontata nel libro della Genesi, capitoli 18 -19. Ancora oggi, secondo l’accezione popolare, la città di Sodoma era abitata da individui dediti al vizio e alla lussuria sfrenata, dove orge, festini e rapporti omosessuali erano all’ordine del giorno. La condanna però non riguardava solo il rapporto tra persone dello stesso genere, ma anche quello eterosessuale, in quanto non destinato alla procreazione ma al solo piacere. Siamo proprio sicuri che sia questa la verità? Quei versetti condannano per davvero la sodomia?

La prima risposta ci viene dalla stessa Bibbia, precisamente dalla Genesi (13,13):

Ora gli uomini di Sodoma erano malvagi e peccavano molto contro il Signore.

La prima accusa contro questi abitanti è generica e non riferisce né di orge né di rapporti omosessuali. Ma procediamo nella ricerca. Genesi (12,20):

Disse allora il Signore: “Il grido di Sodoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere.

Ancora una volta nessun riferimento all’omosessualità. Prima di arrivare al punto focale del racconto, l’arrivo dei cosiddetti angeli nella città, voglio prendere in considerazione, oltre la Genesi, anche altre parti della Bibbia che menzionano Sodoma e Gomorra.

Sodoma e Gomorra nella Bibbia

Nel libro di Ezechiele, Dio parla attraverso i suoi profeti dicendo:

Ecco, questa fu l’iniquità di tua sorella Sodoma: essa e le sue figlie avevano superbia, ingordigia, ozio indolente, ma non stesero la mano al povero e all’indigente: insuperbirono e commisero ciò che è abominevole dinanzi a me: io le vidi e le eliminai. (16:49-50)

Ezechiele riferisce del peccato di superbia, ingordigia e ozio indolente, ma ancora una volta non viene citato nessun peccato sessuale.

In Isaia (1,9 e ss.; 3,9; 13,9) Sodoma e Gomorra sono il simbolo della distruzione che Dio riserva alle città che si macchiano di gravi peccati, come l’empietà e l’ingiustizia, e che meritano una punizione esemplare.

In Geremia (49,14-18) si fa riferimento alla superbia e all’arroganza.

In Amos (4,1-13) all’oppressione dei deboli e dei poveri.

In Sapienza (19, 13-14) si fa un confronto tra Sodoma e gli Egiziani; sia gli uni che gli altri hanno violato l’ospitalità:

Essi soffrirono giustamente per le loro malvagità, perché avevano mostrato un odio tanto profondo verso lo straniero. Già altri non avevano accolto gli sconosciuti che arrivavano, ma costoro ridussero in schiavitù gli ospiti che li avevano beneficati.

Siracide (16,8) riporta che il peccato dei concittadini di Lot è stato la superbia:

Non risparmiò i concittadini di Lot, che egli aveva in orrore per la loro superbia.

Anche nel Nuovo Testamento troviamo conferma del fatto che il peccato di Sodoma è consistito nell’inospitalità. Nel Vangelo secondo Luca (10,10-12) Gesù cita Sodoma in riferimento all’ospitalità negata ai suoi discepoli da parte di quelle città in cui essi stavano andando a predicare:

Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno dei cieli è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città.

In tutti questi esempi riportati, la Bibbia non parla mai di omosessualità o depravazione.

Allora quali furono le vere colpe per le quali Jahvè condannò queste città?

È la stessa Bibbia a dircelo, nel libro del Deuteronomio.
Prima però vediamo la descrizione dell’incontro tra Abramo e Jahvè, nel quale quest’ultimo informa l’anziano di quanto sta per accadere.
Jahvè arriva accompagnato da due emissari, due angeli:


Poi il Signore apparve a lui [Abramo] alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ di acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa pure come hai detto»

Voglio far notare come Jahvè e gli angeli abbiano bisogno di riposarsi, rinfrescarsi, di bere e di mangiare. Strano atteggiamento per degli esseri considerati spirituali.
Il racconto continua con Jahvè che promette ad Abramo una grande discendenza, poi l’attenzione torna su Sodoma e Gomorra. Gli angeli dovranno andare in quelle città per verificare se quanto riferito al loro Signore corrisponda al vero.
A questo punto troviamo il famoso discorso sui Giusti tra Jahvè e Abramo:


Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il Giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta Giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta Giusti che vi si trovano?»

La Bibbia si dilunga sul numero dei Giusti da salvare: quaranta, trenta, venti, dieci. Abramo ne vuole salvare il più possibile. Jahvè lo tranquillizza dicendo che risparmierà suo nipote Lot, che vive lì, e tutti i Giusti che troverà.
Dobbiamo però fare attenzione a un particolare. Noi leggiamo questi versetti con mentalità moderna ed è un grave errore. I Giusti del tempo non erano coloro che si occupavano del prossimo, i misericordiosi o i compassionevoli così come li intendiamo oggi, bensì coloro che seguivano e rispettavano il patto col Signore; e per fare ciò, il primo requisito era essere circonciso.
Gli angeli arrivano a Sodoma verso sera e Lot, per evitare spiacevoli episodi, li ospita a casa sua. L’arrivo degli emissari di Jahvè però non è passato inosservato e, in breve tempo, la popolazione di Sodoma accerchia la casa:

Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo conoscerli!» Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto». Ma quelli risposero: «Tirati via!»

L’unica frase ambigua è proprio quella del versetto 5. Quel “conoscerli” è stato interpretato come se i sodomiti volessero abusare sessualmente degli angeli ma, date le circostanze, a mio avviso la cosa non ha molto senso. In gioco c’era infatti l’esistenza della città e la sopravvivenza di chi vi abitava. È quindi probabile che volessero “conoscerli”, cioè farli uscire dalla casa, solo per ucciderli. Inoltre questo avrebbe senso, dando compiutezza all’accusa dei sodomiti fornita in Deuteronomio 29.
Come spiega anche Mauro Biglino in molte delle sue conferenze, l’idea di una città composta per lo più da omosessuali forse può derivare da un malinteso. Gli emissari di Jahvè dovevano controllare la presenza di Giusti nella città. Come abbiamo visto, per essere un Giusto bisognava essere circonciso. Quindi gli angeli, per controllare chi avesse o meno il prepuzio, dovevano per forza alzare la tunica dei sodomiti.
Il fatto che un uomo guardasse nelle parti intime di un altro uomo può aver fatto nascere un’idea travisata della realtà, con la conseguente accusa di omosessualità per gli abitanti di Sodoma.
Questo equivoco potrebbe essere stato poi sfruttato nei secoli per indirizzare i fedeli su un certo percorso prestabilito.

Dove si trovavano Sodoma e Gomorra

Scienziati americani pensano di aver trovato il luogo dove sorgevano le famose “città del peccato”, Sodoma e Gomorra. Si troverebbero in un posto diverso da quello che si credeva. Tuttavia, la comunità scientifica ha pareri discordanti a tal proposito. Gli archeologi hanno studiato i resti di un antico vaso in ceramica rinvenuti a Tall el-Hamman (Giordania) a Nord-Est del Mar Morto. Vi hanno trovato qualcosa di insolito. L’analisi al radiocarbonio ha evidenziato che ogni pezzo di ceramica era ricoperto di microscopici cristalli di vari materiali che si sono fusi a temperature elevatissime. Questo può essere accaduto solo per via di un’esplosione potentissima. Inoltre, gli scienziati hanno trovato i resti di un muro di cinta di circa 3700 anni fa. I suoi mattoni erano sparsi in maniera inusuale. E’ stato chiarito che il muro fu demolito nel giro di pochi secondi. “Molto probabilmente i villaggi che si trovavano qui circa 4000 anni fa, furono distrutti da un meteorite” hanno affermato gli archeologi durante una conferenza scientifica in Colorado.

Questo spiegherebbe anche l’elevata concentrazione di zolfo nel Mar Morto e nel territorio circostante. Interessante il fatto che il meteorite avrebbe un fratello gemello. Philip Silva, direttore degli svavi a Tall el-Hamman, osserva che le dimensioni del meteorite che avrebbe distrutto le città bibliche coincidevano più o meno con quelle del celebre Evento di Tunguska del 1908: in entrambi i casi l’area dell’epicentro dell’esplosione sarebbe stata di 15 chilometri. Le ricerche scientifiche sono complicate dal fatto che proprio al centro del Mar Morto passa la frontiera tra Israele e Giordania. Solamente con la sottoscrizione del trattato di pace nel 1994 e il conseguente sminamento della valle del Giordano, gli scienziati riuscirono a studiare la zona. Tuttavia, nessuno ha ancora studiato l’intero fondale del Mar Morto. Il team di archeologi guidato da Philip Silva sta cercando le città non a Sud del Mar Morto, come sostiene la teoria scientifica dominante, ma nel villaggio di Tall el-Hamman. Infatti, nella Genesi si legge che Lot giunse a Sodoma attraversando la valle del Kikkar, nel quale il Giordano confluisce nel grande lago salato:

E Lot alzò gli occhi e vide l’intera pianura del Giordano. Prima che Dio avesse distrutto Sodoma e Gomorra, essa era tutta quanto irrigata fino a Zoar, come il giardino di Dio, come il paese d’Egitto.

Secondo gli studiosi è possibile vedere interamente la valle del Giordano e il Mar Morto solo dalla zona circostante l’attuale città giordana di Madaba. La vetta più nota della zona è il monte Nebo. Da lì, secondo la Bibbia, il profeta Mosè, in fuga dall’Egitto, vide per la prima volta la Terra Promessa. Sempre lì, secondo gli scienziati, Lot contemplò la meravigliosa vista di Canaan.

Vi è un altro fattore che confermerebbe la presenza delle due città a Nord-Est del Mar Morto. Per circa 800 anni la valle del Kikkar era praticamente un deserto. Probabilmente questo era legato alla distruzione delle città bibliche” osserva l’archeologo Steven Collins.

La ricerca continua.

Curiosità – La sodomia nel medioevo

Nel Medioevo, il temine sodomia tende a descrivere la totalità dei comportamenti non riproduttivi, quindi, oltre al senso moderno di sesso anale, anche la masturbazione, il sesso orale, la bestialità o zoofilia (accoppiarsi con le bestie) e il coitus interruptus. Tutte queste pratiche sessuali sono state fortemente condannate dalla chiesa cattolica dopo gli sviluppi teorici di pensatori quali Agostino di Ippona e Tommaso d’Aquino.

In questo tempo l’accusa di sodomia poteva portare i suoi autori, quando non direttamente al rogo, alla pena delle galere (schiavi sulle navi addetti ai remi), alla reclusione a vita, all’esilio perpetuo, o anche alla penitenza consistente nella flagellazione in pubblico. Il tutto a seconda della gravità dell’atto vagliato con estremo scrupolo e attenzione dai monaci inquisitori.

Ma torniamo all’episodio biblico.

Braccati dalla popolazione nella casa di Lot, gli angeli risolvono la questione con dei raggi accecanti che fanno fallire l’assedio.
Non avevano trovato altri Giusti e questo avrebbe decretato la distruzione della città e la morte di tutti i suoi abitanti, a parte la famiglia di Lot.
Solo quest’ultimo, assieme alle figlie, riuscì a salvarsi. Neanche sua moglie scampò al fuoco distruttore. La donna, incuriosita da quanto avveniva alla città e trasgredendo a quanto le era stato ordinato dagli angeli, si voltò e venne trasformata in una statua di sale.

Ecco i versetti che riportano la distruzione di Sodoma e Gomorra e di altre tre città confinanti:

Il sole spuntava sulla terra e Lot era arrivato a Zoar, quand’ecco il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo…. Abramo andò di buon mattino al luogo dove si era fermato davanti al Signore; contemplò dall’alto Sodoma e Gomorra e tutta la distesa della valle e vide che un fumo saliva dalla terra, come il fumo di una fornace.

Fuoco e zolfo dall’alto, vegetazione annientata, città distrutta, abitanti sterminati, fumo che si alza al cielo come fuoriuscisse da una fornace. Questa descrizione mi fa venire in mente uno scenario atomico, ricordandomi quanto accaduto in Giappone durante la seconda guerra mondiale.

Curiosità

In Francia la sodomia era chiamata il crimine della colonna vertebrale e, secondo quanto racconta Michel Foucault in Storia della follia nell’età classica, una delle ultime condanne a morte eseguite oltralpe per atti sodomitici fu eseguita nel 1926 contro un tenente di polizia, il quale fu bruciato vivo per espiare i crimini commessi. Ancora nel Grande Vocabolario francese (1700-1753) di Panckoucke la sodomia consiste nell’usare un uomo come fosse una donna, o una donna come se fosse un uomo.

Il termine scompare dal codice penale francese nel 1791, due anni dopo lo scoppio della Rivoluzione Francese. In seguito anche Napoleone terrà fuori dalle disposizioni di legge tutti i cosiddetti “atti contro natura”.

Tavolette sumero-accadiche riportano quanto ritroviamo nella Genesi

Questi documenti ci raccontano come la civiltà sumera ebbe fine nel 2024 a.C. Molti studiosi hanno pensato che la capitale di Sumer, Ur, fosse stata devastata da “invasori barbari”, ma in realtà non è mai stata trovata alcuna prova di un’invasione così distruttiva. Venne poi scoperto dagli archeologi un testo intitolato Lamentazione per la Distruzione di Ur. Proprio questo testo ci spiega cosa accadde. Ci fu una guerra tra Occidente e Oriente, una guerra combattuta con armi dalla potenza devastatrice. Sodoma e Gomorra vennero distrutte e, con loro, fu spazzata via anche l’evoluta civiltà mesopotamica. I distruttori, infatti, non avevano considerato che il vento del male si sarebbe spinto fino alla terra tra i due fiumi.
Ecco un estratto della tavoletta della Lamentazione per la Distruzione di Ur:

Su quella terra si abbatté una calamità
Una tragedia sconosciuta all’uomo
Una che non si era mai vista prima
Alla quale nessuno avrebbe potuto resistere.

Un vento del male, una tempesta originatasi in una pianura lontana, portò con sé un a grande calamità. Un vento letale nato a Ovest si era diretto verso Est, la sua traiettoria era stata decretata dal fato. Una tempesta che tutto divora, come il Diluvio, un distruttore fatto di vento e non di acqua, che ha sopraffatto con aria avvelenata e non con onde di marea.

La gente, terrorizzata, non riusciva quasi più a respirare
il Vento del Male li soffocava
segnava la fine dei loro giorni
[…] La bocca si allagava di sangue
la testa sguazzava nel sangue
mentre il Vento del Male rendeva pallido il volto.

La distruzione delle città di Sodoma e Gomorra provocò quindi, come effetto secondario, anche la fine della civiltà sumera.


Ma quale fu il peccato di queste due città, talmente grave da decretarne la distruzione?

Non sarò io a darvi la risposta, ve la farò dare dai personaggi del mio ultimo libro Figli delle stelle – Le origini

Le mani dell’archeologa scivolarono sulle sacre pagine.
«Io non voglio allontanare nessuno dalla fede, non è il mio intento. Ma sei sicuro che tu in quelle pagine hai incontrato per davvero Dio?»
«Sì, lo sono, e le letture domenicali me lo confermano ogni settimana.»
«Ma ti sei mai preso la briga di leggerla da solo… senza l’intervento di nessuno… e senza che siano altri a decidere quello che tu debba leggere?»
«Sì… ehm… anzi no… da solo ho letto solo alcuni stralci.»
«Allora ti consiglio di leggerla con attenzione. Di non saltare neanche un versetto. Resterai stupito.»
«Ne sei sicura? Io non penso che…» Fu a quel punto che la voce di Sonia assunse un tono da omelia e le sacre parole risuonarono in quel luogo asettico.
Deuteronomio 29:
Perché l’Eterno ha trattato così Sodoma e Gomorra? Perché l’ardore di questa grand’ira?
E si risponderà: “Perché hanno abbandonato il patto dell’Eterno, dell’Iddio dei loro padri: il patto ch’egli fermò con loro quando li ebbe tratti dal paese d’Egitto; perché sono andati a servire altri dèi e si son prostrati dinanzi a loro: dèi, ch’essi non avevano conosciuto, e che l’Eterno non aveva assegnato loro. Per questo s’è accesa la Sua ira contro questo paese per far venire su di esso tutte le maledizioni scritte in questo libro.”
Capisci, fu solo un cambio di alleanza. Sodoma e Gomorra si erano ribellate a Jahvè e per questo sono state distrutte.»

Quindi nessuna depravazione, nessun’orgia e nessun rapporto omosessuale a Sodoma e Gomorra.
Anzi, l’unico segno di depravazione che si può trovare in quei versetti biblici, è quello che ritrae le figlie di Lot giacere con lui. Le ragazze, infatti, pensando che il padre fosse l’ultimo uomo rimasto sulla terra, lo fecero ubriacare e ebbero entrambe un rapporto sessuale con lui per avere una discendenza.


Ecco i versetti della Genesi che confermano quanto detto:

Poi Lot partì da Zoar e andò ad abitare sulla montagna, insieme con le due figlie, perché temeva di restare in Zoar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie. Ora la maggiore disse alla più piccola: «Nostro padre è vecchio e non c’è nessuno in questo territorio per unirsi a noi, secondo l’uso di tutta la terra. Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, così faremo sussistere una discendenza da nostro padre». Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. All’indomani la maggiore disse alla più piccola: «Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e và tu a coricarti con lui; così faremo sussistere una discendenza da nostro padre». Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando essa si coricò, né quando essa si alzò. Così le due figlie di Lot concepirono dal loro padre. La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti che esistono fino ad oggi. Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò «Figlio del mio popolo». Costui è il padre degli Ammoniti che esistono fino ad oggi.

Curiosità – Il marchese De Sade

E’ grazie a De Sade che si impone un punto di svolta nella concezione moderna della sodomia, nessuno prima di lui aveva osato celebrarla in una forma tanto estrema e dissoluta, portatrice di somma libertà, che permette di infrangere le catene delle stupide fantasie religiose (parole sue). Il suo furibondo sadomasochismo intellettuale gli permette d’innalzarla a nuovo atto sacro.

In De Sade la sodomia è ancora accompagnata da invettive, imprecazioni contro Dio e raffinati sacrilegi, come quando uno dei suoi personaggi infila un’ostia consacrata nell’orifizio anale di una delle sue vittime, facendole in tale modo sperimentare un piacere sessuale mai provato prima, o come quando utilizza un crocifisso per violentare una vergine. La sua Juliette si spinge fino al punto di farsi sodomizzare dal papa Pio VI sull’altare della Basilica di San Pietro.

Furono i libertini del XVIII secolo e in particolare De Sade che permisero alla sodomia di uscire dalla clandestinità per diventare un tema filosofico. A Roma venivano chiamati “ispettori dei culi” i magistrati con l’incarico della sorveglianza dei buoni costumi.

De Sade mescola il gusto blasfemo con l’ostentazione e l’estremizzazione della sessualità.

Un’ultima considerazione. Anche nel caso in cui ci fossero state pratiche omosessuali a Sodoma e Gomorra, che Dio sarebbe quello che decide di distruggere una città, uccidendo migliaia di uomini, solo per condannare le loro inclinazioni sessuali?

A voi le conclusioni

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