Eremo di S. Giorgio

L’eremo fu costruito nel XVII secolo in un sito ricco del tipico calcare cavernoso delle Apuane dove già esisteva una antica cappella[2] con campanile dedicata allo stesso santo. Esso fu fondato da Matteo Filippo Caldani, nobile veronese, che abbandonò le sue ricchezze per ritirarsi qua nel 1604 e dedicarsi ad una vita di contemplazione e rinunce. L’eremo crebbe con l’arrivo di altri eremiti i quali si unirono poi all’Ordine dei Servi di Maria di Monte Senario di Firenze.
La costruzione era una struttura poderosa a due piani con celle per i monaci, cisterne per l’acqua, cucine e refettorio, chiesa e cappella decorate da artisti locali. Intorno all’eremo c’erano terrazzamenti coltivati.
I frati rimasero qua fino al 1779 quando furono costretti a lasciare l’eremo a causa della soppressione degli ordini religiosi voluta dal Granduca di Toscana (vedi paragrafo finale).
Oggi rimangono le rovine del primo piano dell’edificio che testimoniano il gran lavoro fatto dai costruttori per consolidare e rendere abitabili le creste scoscese del monte, rimangono anche i muri di contenimento dei terrazzamenti ed alcune lapidi marmoree che sono murate nella chiesa[3] di Àiola. Attualmente il luogo è invaso dalla vegetazione ed è meritevole di una qualche forma di recupero per quanto l’accesso ai fini turistici sia estremamente problematico. All’inizio del sito è oggi posto un cartello indicatore con una descrizione sommaria del sito. (http://www.escursioniapuane.com/SDF/EremoSanGiorgio.html)

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