Il borgo di Aiola si trova nella valle del torrente Lucido, nel comune di Fivizzano, alla base del Pizzo d’Uccello. Storicamente seguì le vicende del capoluogo, con il dominio dei marchesi Malaspina e della Repubblica Fiorentina e rivestì un ruolo importante nella valle, con un castello e un eremo dedicato a San Giorgio, oggi in rovina. La caratteristica principale del paese è la pietra che abbonda nelle vicine cave: il calcare cavernoso, con il suo tipico aspetto spugnoso. Tra il paese e il monte San Giorgio si ne trova infatti un ampio giacimento. La ricchezza geologica della zona portò i Medici nel 1686 a volere aprire una miniera di rame, con poca fortuna però. Aiola è divisa in tre abitati: Canale, dove possiamo ammirare un portale con lo stemma mediceo a sei palle; Fontana, dal nome di un antico lavatoio; Chiesa, nella parte più alta, sede appunto della chiesa del paese dedicata a San Maurizio. Già menzionata nel 1199, divenne parrocchia nel 1568, un incendio la devastò nel 1908 e durante i lavori di restauro successivi fu ritrovato un dipinto raffigurante Sant’Antonio Abate del 1470. Venne ulteriormente rimaneggiata in diversi momenti tra il 1966 e il 2018. Costruita in conci squadrati ben visibili, presenta una facciata a capanna preceduta da una scalinata a doppia rampa, con semplice portale in arenaria forse settecentesco, sormontato da un altorilievo in marmo datato 1520, qua collocato nel 1814, raffigurante San Giorgio che uccide il Drago, proveniente dall’eremo di San Giorgio e forse a sua volta proveniente dall’antica Cappella di Corvara presso l’antico castello. Più recenti, del 1966, sono la bifora e la cornice del timpano. A unica navata rettangolare, conserva il fonte battesimale, due altari in stucco addossati alle pareti, due statue di San Maurizio e della Vergine Assunta, l’altare maggiore marmoreo di gusto ligure e il suddetto dipinto su muro di Sant’Antonio Abate. Sopra il paese sono ancora visibili tra la vegetazione i ruderi del castello di Aiola, costruito su uno sperone roccioso del monte San Giorgio, a controllo della valle del Lucido. Menzionato nell’XI secolo, venne abbandonato nel XV secolo e già tre secoli dopo si trovava in stato di rudere. La struttura racchiusa in una cinta muraria, posta su un ripido pendio, mostra ancora alcune merlature e feritoie, i ruderi di un piccolo abitato e nella parte più alta una torre merlata, il cosiddetto Castellaccio, costruito sulle rocce che sporgono dalle mura.
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