
I Magi non erano re, ma sacerdoti. Dalla loro terra, la Babilonia, osservavano il cielo e ne traevano predizioni e presagi. Secondo il vangelo apocrifo armeno, i nomi dei Magi erano: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Nel V sec., nonostante non fosse certo, S. Leone decise che i re fossero tre, dando al numero, varie interpretazioni simboliche: tre le razze umane, la semita, la giapetica, la camitica, tre i continenti conosciuti al tempo, l’Africa, rappresentata da Baldassarre, l’Asia da Melchiorre e l’Europa da Gaspare, e ancora tre erano le età dell’uomo, giovinezza, maturità e vecchiaia, tre le ripartizioni del tempo, passato, presente, futuro. I doni portati al Signore dai re Magi, erano simbolo della perfezione: l’oro di Melchiorre rappresenta la regalità ed era contenuto in un pomo, simbolo del mondo, l’incenso di Baldassarre in segno di divinità, la mirra di Gaspare è l’umanità; in effetti la mirra, veniva cosparsa sui corpi dei defunti prima della sepoltura.
Osservando il presepio, ai meno esperti riesce difficile individuare fra le statuine, chi sia Gaspare, Melchiorre o Baldassarre. Piuttosto tardi, nel XII sec., venne fissata una volta per tutte, la connotazione fisica che li contraddistingue, creando loro un’immagine simbolica, più che documentarsi sul loro aspetto reale. Melchiorre, è l’anziano dalla barba e capelli canuti, Baldassarre è l’uomo adulto e Gaspare, ancora imberbe, è il giovane.
In alcune versioni meno recenti delle Scritture, ad esempio la Bibbia di re Giacomo, i Magi sono indicati come Uomini Saggi, un termine arcaico per indicare i maghi o magi, con il carattere di filosofi, scienziati e personaggi importanti.
In Erodoto la parola magoi era associata a personaggi dell’aristocrazia della Media ed, in particolare, ai sacerdoti astronomi della religione zoroastriana, che erano anche ritenuti capaci di uccidere i demoni e ridurli in schiavitù. Poiché il passo di Matteo implica che fossero dediti all’osservazione delle stelle, la maggioranza dei commentatori ne conclude che il significato inteso fosse quello di “sacerdoti di Zoroastro”, e che l’aggiunta “dall’Oriente” ne indicasse naturalmente l’origine persiana.

Le reliquie dei re magi
Ciò che rimane dei corpi. Nel XII secolo, dopo la guerra condotta da Federico Barbarossa contro il comune di Milano, il cancelliere imperiale Rainaldo di Dassel, che era pure l’arcivescovo di Colonia, decise di sottrarre alla città lombarda il suo tesoro più prezioso: i corpi santi dei tre Magi. Erano conservati in un sarcofago nella basilica di Sant’ Eustorgio e l’arcivescovo li fece trasferire nella sua cattedrale, dove si trovano ancora oggi. I corpi dei Magi erano giunti a Milano nel lontano 345, quando sant’ Eustorgio li portò con sé da Costantinopoli. I milanesi non si rassegnarono alla perdita dei Magi e lungo i secoli tentarono a più riprese di chiederne la restituzione. Furono accontentati solo nel 1903 con delle reliquie che ora si trovano accanto alla presunta tomba. Ma poi c’ è anche la storia del quarto Magio.