Curiosità e contraddizioni bibliche

Questa sezione non vuole mancare di rispetto a nessuno, tanto meno a chi ha fede e prega il Dio cristiano. Rispetto e libertà prima di tutto. Un tempo anch’io sono stato cristiano e, ripeto, non ho nessuna intenzione di polemizzare o offendere chi, oggi, la pensa diversamente da me. Tra l’altro sono certo che le mie parole non influenzeranno le persone e non è mia intenzione farlo.
Precisato questo, non posso però esimermi dall’esprimere i dubbi sorti leggendo la Bibbia, dubbi che voglio condividere con le persone che mi seguono, anche con la velata speranza che qualcuno me li fughi. Prima però di parlare dei miei dubbi voglio farvi conoscere alcune curiosità sulla Bibbia.

L’età degli apostoli

Iconograficamente i Discepoli sono sempre stati rappresentati come degli uomini maturi, in genere dai 30 ai 40 anni. In realtà, erano poco più che adolescenti: nel Vangelo di Matteo, infatti, quando si narra dell’entrata a Capernaum, si specifica che le guardie chiesero loro di pagare una tassa, ma solo Gesù e Pietro lo fecero dato che gli altri, essendo ancora troppo giovani, ne erano esenti.

Il Purgatorio non esiste

Secondo la Chiesa, le anime che non sono condannate all’Inferno ma che non possono essere assunte in Cielo, devono passare del tempo nel Purgatorio. Tradizionalmente tramandatoci dalla Divina Commedia di Dante, del Purgatorio non c’è traccia nella Bibbia, dato che la dottrina cattolica su questo luogo dell’aldilà venne istituita nel 1274, durante il Concilio di Lione.

Giurare sulla Bibbia

Paradossalmente giurare sulla Bibbia era ritenuto sconveniente dallo stesso Gesù.

I record della Bibbia

Il primo libro stampato: realizzata a Magonza a partire dal 23 febbraio del 1453 nell’officina tipografica di Johannes Gutenberg.
Il libro più tradotto al mondo: agli inizi del nostro secolo esisteva la traduzione in 366 lingue.
Il più venduto: nel mondo vengono vendute mediamente 47 copie della Bibbia ogni minuto.
Il più rubato: la Bibbia risulta essere il libro più rubato al mondo.

L’unico libro che si trova anche fuori dalla Terra

Una piccola Bibbia in inglese, il 7 agosto 1971 è stata portata sulla Luna dall’astronauta David Scott, comandante dell’Apollo 15.

Il Battesimo da adulti

Il Sacramento del Battesimo è quello che ufficializza l’entrata nella Chiesa cattolica e viene praticato ai neonati o ai bambini molto piccoli. Gli episodi legati al Battesimo di cui parla la Bibbia, tuttavia, riguardano tutti persone in età adulta, a cominciare da Cristo che fu battezzato quando aveva circa 30 anni. Che il Battesimo fosse un passo da fare da grandi lo si evince chiaramente da un versetto del Vangelo di Marco quando, rivolto ai Discepoli, Gesù dice: ‘Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato’.

Sette Peccati Capitali

I vizi capitali: Superbia, Lussuria, Avarizia, Invidia, Ira, Accidia e Gola, sono stati classificati per la prima volta sette secoli dopo la morte di Cristo. Furono alcuni monaci del primo cristianesimo a farlo, mentre la Bibbia non ne parla in alcun modo.

La Bibbia più piccola

Degli scienziati israeliani hanno creato la più piccola copia della Bibbia, si trova su una placchetta d’oro più piccola di un microchip.

Lazzaro…alzati e cammina

È una frase che sentiamo spesso, ma si trova per davvero nella Bibbia? Ecco il brano biblico 32 Appena Maria giunse al luogo in cui si trovava Gesù, e lo vide, si gettò ai suoi piedi, dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto». 33 Gesù allora, come vide che lei e i Giudei che erano venuti con lei piangevano, fremé nello spirito e si turbò, 34 e disse: «Dove l’avete posto?». Essi gli dissero: «Signore, vieni e vedi». 35 Gesù pianse. 36 Dissero allora i Giudei: «Vedi come l’amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Non poteva costui che aprì gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?». 38 Perciò Gesù, fremendo di nuovo in se stesso, venne al sepolcro; or questo era una grotta davanti alla quale era stata posta una pietra. 39 Gesù disse: «Togliete via la pietra!». Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, poiché è morto da quattro giorni». 40 Gesù le disse: «Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?». 41 Essi dunque tolsero la pietra dal luogo dove giaceva il morto. Gesù allora, alzati in alto gli occhi, disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai esaudito. 42 Io sapevo bene che tu mi esaudisci sempre, ma ho detto ciò per la folla che sta attorno, affinché credano che tu mi hai mandato». 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!»44 Allora il morto uscì, con le mani e i piedi legati con fasce e con la faccia avvolta in un asciugatoio. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». (Giovanni, 11: 32-44). Gesù in realtà non dice “Lazzaro, alzati e cammina”, ma “Lazzaro, vieni fuori”.

Il rito del pane e del vino

Durante l’Ultima Cena con gli Apostoli Gesù, nello spezzare il pane e nel bere il vino, istituiva, di fatto, il Sacramento dell’Eucaristia. La transustanziazione, la conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo, fu in realtà introdotta come dottrina cattolica durante il Medioevo, mentre secondo la tradizione dell’epoca, spezzare il pane e bere del vino a tavola significava annunciare una partenza e auspicare un ritorno. Allo stesso modo, Gesù annunciava la sua morte e la sua resurrezione, associando simbolicamente il pane al suo corpo e il vino al suo sangue.

La Bibbia di re Giacomo

Commissionata dal sovrano inglese e pubblicata nel 1611, è la versione ufficiale della Chiesa Anglicana. Fu realizzata da una commissione di molti studiosi (circa una cinquantina) tra i quali, secondo alcune ipotesi, anche William Shakespeare.

Pietro era sposato

“Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a letto con la febbre. (Matteo, 8: 14)

I re magi

I Magi non erano re, ma sacerdoti. Dalla loro terra, la Babilonia, osservavano il cielo e ne traevano predizioni e presagi. Secondo il vangelo apocrifo armeno, i nomi dei Magi erano: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Nel V sec., nonostante non fosse certo, S. Leone decise che i re fossero tre, dando al numero, varie interpretazioni simboliche: tre le razze umane, la semita, la giapetica, la camitica, tre i continenti conosciuti al tempo, l’Africa, rappresentata da Baldassarre, l’Asia da Melchiorre e l’Europa da Gaspare, e ancora tre erano le età dell’uomo, giovinezza, maturità e vecchiaia, tre le ripartizioni del tempo, passato, presente, futuro. I doni portati al Signore dai re Magi, erano simbolo della perfezione: l’oro di Melchiorre rappresenta la regalità ed era contenuto in un pomo, simbolo del mondo, l’incenso di Baldassarre in segno di divinità, la mirra di Gaspare è l’umanità; in effetti la mirra, veniva cosparsa sui corpi dei defunti prima della sepoltura.

Osservando il presepio, ai meno esperti riesce difficile individuare fra le statuine, chi sia Gaspare, Melchiorre o Baldassarre. Piuttosto tardi, nel XII sec., venne fissata una volta per tutte, la connotazione fisica che li contraddistingue, creando loro un’immagine simbolica, più che documentarsi sul loro aspetto reale. Melchiorre, è l’anziano dalla barba e capelli canuti, Baldassarre è l’uomo adulto e Gaspare, ancora imberbe, è il giovane.
In alcune versioni meno recenti delle Scritture, ad esempio la Bibbia di re Giacomo, i Magi sono indicati come Uomini Saggi, un termine arcaico per indicare i maghi o magi, con il carattere di filosofi, scienziati e personaggi importanti.

In Erodoto la parola magoi era associata a personaggi dell’aristocrazia della Media ed, in particolare, ai sacerdoti astronomi della religione zoroastriana, che erano anche ritenuti capaci di uccidere i demoni e ridurli in schiavitù. Poiché il passo di Matteo implica che fossero dediti all’osservazione delle stelle, la maggioranza dei commentatori ne conclude che il significato inteso fosse quello di “sacerdoti di Zoroastro”, e che l’aggiunta “dall’Oriente” ne indicasse naturalmente l’origine persiana.

La stella cometa

Per alcuni studiosi, il racconto della visita dei Magi può essere originato da un avvenimento realmente accaduto e tramandato dalla tradizione, che sarebbe stato riportato e rielaborato da Matteo. I maghi non erano ben visti nella mentalità ebraica a causa della condanna della magia da parte della Bibbia, quindi la tradizione non avrebbe avuto nulla da guadagnare inventando l’episodio. Il racconto non si può però definire interamente storico, perché presenta diverse incongruenze. Dal punto di vista astronomico, una stella non può avere guidato i Magi, precedendoli, da Gerusalemme a Betlemme (che distano appena 10 km) ed essersi poi fermata; nell’ipotesi, avanzata da alcuni astronomi, che sia trattato di una congiunzione tra i pianeti Giove e Saturno, il movimento apparente di essi può accordarsi con il racconto evangelico (essendo visibili a sud, i due pianeti erano davanti ai Magi e quando culminavano allo zenit i pianeti sembravano essere fermi), ma l’idea che l’astro possa essersi fermato proprio sulla casa sarebbe frutto della tradizione popolare. Perplessità nascono anche dalle modalità del colloquio dei Magi con Erode e dall’apparente ingenuità del re, persona in realtà molto astuta, che invece di fare seguire i Magi gli chiede di ritornare per informarlo e così si fa raggirare da loro; non si capisce neanche perché “tutta Gerusalemme” dovrebbe essere in subbuglio ed avere paura di questa nascita. Queste circostanze avrebbero in realtà il fine di illustrare la teologia dell’evangelista. Secondo Ortensio da Spinetoli, è possibile che visitatori orientali si siano effettivamente trovati a Gerusalemme al tempo della nascita di Gesù, ma non si può dire con certezza se abbiano incontrato la Sacra famiglia o se siano stati successivamente confusi con i primi adoratori del Messia.
Il teologo Raymond Brown, come anche altri studiosi, ritiene che la figura della stella, come quella dei Magi, derivi comunque da precedenti tradizioni facenti riferimento all’Antico Testamento e nota come nel racconto “molte caratteristiche sono sconcertanti. Se Erode e tutta Gerusalemme sapevano della nascita del Messia a Betlemme e Erode massacrò i figli di un’intera città nel corso della ricerca di Gesù (2:16), perché più tardi nel suo ministero nessuno sembra conoscere le meravigliose origini di Gesù (13:54-55), e il figlio di Erode non ricorda nulla di lui (14:1-2)?”
Anche il biblista Mauro Pesce osserva che “tutto lascia pensare che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all’anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i magi erano «gentili», cioè pagani; eppure, secondo Matteo, seppero dell’arrivo del Messia prima del clero di Gerusalemme”. Concordemente Francesco Sforza Barcellona, docente di Storia del cristianesimo all’Università di Roma-Tor Vergata, sottolinea che “nel racconto evangelico ci sono messaggi in codice anche per gli Ebrei. Evidente è lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio nel Salmo 71 (ora 72) si prediceva che al Messia sarebbe stato donato «oro d’Arabia» e che «i re degli Arabi e di Saba» (leggi Yemen) gli avrebbero «offerto tributi». Ed ecco l’adorazione dei Magi, che con il loro oro «legittimano» Gesù in base ai parametri biblici”.

Le reliquie dei re magi

Ciò che rimane dei corpi. Nel XII secolo, dopo la guerra condotta da Federico Barbarossa contro il comune di Milano, il cancelliere imperiale Rainaldo di Dassel, che era pure l’arcivescovo di Colonia, decise di sottrarre alla città lombarda il suo tesoro più prezioso: i corpi santi dei tre Magi. Erano conservati in un sarcofago nella basilica di Sant’ Eustorgio e l’arcivescovo li fece trasferire nella sua cattedrale, dove si trovano ancora oggi. I corpi dei Magi erano giunti a Milano nel lontano 345, quando sant’ Eustorgio li portò con sé da Costantinopoli. I milanesi non si rassegnarono alla perdita dei Magi e lungo i secoli tentarono a più riprese di chiederne la restituzione. Furono accontentati solo nel 1903 con delle reliquie che ora si trovano accanto alla presunta tomba. Ma poi c’ è anche la storia del quarto Magio.

Il mistero del quarto magio

È una leggenda, ma è molto bella e ve la racconto volentieri. Il quarto re Magio all’inizio era partito con gli altri tre. Aveva deciso di regalare a Gesù un sacchetto di perle. Ma per strada, quando incontrava qualche bisognoso, ne regalava una. Di bisognosi ne incontrò parecchi perciò, regalane una di qua e regalane una di là, le perle furono presto finite. Lui non se la sentì di proseguire il viaggio a mani vuote e si fermò: che figura ci avrebbe fatto davanti agli altri che avevano conservato i loro preziosi doni? Ma quella notte sognò Gesù che lo ringraziava delle perle che gli aveva regalato. Carina come favoletta, vero?

Il frutto proibito

Voglio ora porre la mia attenzione sul frutto proibito, la mela.
La maggior parte di noi pensa che Eva porse per davvero un frutto allo sprovveduto Adamo, tuttavia quanto raccontato dai versetti biblici è ben diverso.
Ma cos’era il frutto proibito?
Piccola premessa.
“Eden” vuol dire “luogo sublime protetto, recintato”.
“Adam” significa “il terrestre”, non è un nome di persona, come si evince anche dal versetto riportato qui sotto, in quanto preceduto dall’articolo.

«E l’Elohim disse: “facciamo l’Adam”» (Gen 1,26)

Passiamo ora ad esaminare l’albero incriminato, il melo. I versetti biblici non ne fanno mai menzione. In Genesi 2 possiamo leggere i seguenti passi:

8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi.

Alcuni versetti dopo troviamo:

16 Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

L’antico testamento quindi descrive un Albero della Vita e un Albero della Conoscenza del Bene e del Male (Malum).
Non c’è alcuna pianta che produce mele. In realtà la parola “Malum” in latino può essere tradotta sia con “male” sia con “mela”, da qui probabilmente l’errore, non so quanto dovuto a distrazione. Volevo però porre l’attenzione sul nome del secondo albero, quello della CONOSCENZA. Nella Bibbia il verbo “conoscere” molte volte è associato all’atto carnale:

«Adamo CONOBBE Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino …» (Gen 4, 1)

Ritornando alla descrizione dell’Eden, questo potrebbe essere stato una sorta di villaggio con serre produttive utili a sfamare gli esseri che vivevano sulla Terra, un immenso laboratorio dove erano creati e poi coltivati i primi alimenti.
Penso inoltre che nel mezzo del giardino vi fosse un solo albero e che fosse legato alla vita nel vero senso del termine, un qualcosa che permetteva sia di allungare l’esistenza di ogni essere, sia di procreare, insomma, nessun albero, ma una sorta di laboratorio genetico.

Col passare dei secoli la mela è stata utilizzata per raffigurare il peccato sessuale e la lussuria. Per me questo ci allontana dalla verità.
Agli Elohim non importava se gli Adam facessero sesso o meno, non era di loro interesse, o per meglio dire non era quello il punto incriminato.
A loro premeva solo una cosa: il controllo delle nascite.
Gli Adam non dovevano riprodursi senza controllo, altrimenti sarebbero diventati troppo numerosi e potenti, quindi pericolosi per chi deteneva il comando nell’Eden.
La cosa bizzarra è che oggi la questione è stata completamente ribaltata. Il frutto proibito è diventato il sesso, non biasimato solo se fatto per procreare, proprio quello che era stato vietato dagli Elohim.
Una sorta di contrappasso biblico.
Forse a noi manca davvero la Conoscenza e dobbiamo rileggere la Bibbia con occhi diversi, scevri da ogni pregiudizio e sovrastruttura.
Non so quanto mi sia avvicinato alla verità, nessuno può aver certezze riguardo quei tempi primordiali, ma spero che prendiate questo articolo almeno come semplice spunto per riflettere.

Naturalmente quanto detto sull’Eden è una mia interpretazione, invece quanto detto sul frutto proibito è una verità che potrete appurare leggendo la Genesi, la mela non è mai nominata.

Dubbi sorti leggendo la Bibbia

Un giorno, mentre parlavo di Mosè, definito dalla Bibbia “tardo di lingua”, balbuziente, mi è stato fatto notare che già in questo atteggiamento, il Dio cristiano si distingueva da quello delle altre religioni. Un Dio vicino ai più deboli, ai sofferenti e agli emarginati. Dopo aver ascoltato quelle parole mi è subito venuto in mente il versetto del Levitico 21: 16. Ora non farò altro che proporvelo qui a fianco.

Non aggiungo altro. Giudicate voi.

Come mai così tanta violenza nei versetti biblici?

Di solito mi viene risposto che dobbiamo distinguere tra Antico e Nuovo testamento. Sì, anch’io ho visto che la differenza è netta, anche se pure nei Vangeli o negli Atti degli apostoli ci sono situazioni che non fanno riferimento al porgere l’altra guancia, basta citare Pietro che vibra la spada contro Malco tagliandogli l’orecchio (presto dedicherò alcuni interventi proprio ai Vangeli) Ma allora perché non basarsi solo sul Nuovo testamento, sui Vangeli. Perché anche Gesù fa riferimento al Padre Jahvè e non ne prende le distanze? Perché pregare un essere come Jahvè che ha fatto della violenza e dei massacri la base per la conquista della Terra Promessa?
Se Hitler avesse avuto un figlio filantropo, benefattore, altruista, buono e gentile, caritatevole e misericordioso, come lo considerereste se non avesse rinnegato il capo del nazismo e si fosse riferito a lui pregandolo e non contestando i suoi massacri?
Molti figli di nazisti, proprio perché il padre si era macchiato di crimini orrendi, hanno cambiato il proprio cognome. In questo modo hanno evitato di essere associati al proprio padre. Perché allora non viene chiesto anche a Gesù una presa di posizione come questa nei confronti di colui che chiamava Padre.
Non vi scandalizzate prima di leggere il seguito. Solo dopo essere arrivati in fondo a questo mio intervento capirete il mio paragone con il nazismo e la pulizia etnica.
Intanto eccovi una piccola anticipazione.
Nessun porge l’altra guancia nell’Antico testamento. Leggete qui sotto:

Versetti biblici sconcertanti

Questi sono alcuni versetti tratti dalla Bibbia. Per vedere che non ho utilizzato traduzioni particolare provate a leggere quella che avete in casa. Qui non ho forzato alcuna traduzione, né voluto cambiare le parole. A me questi versetti hanno sconcertato.
Andiamo per ordine, partendo dalla Genesi.

Genesi, 19:6
6 Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, 7 disse: “No, fratelli miei, non fate del male! 8 Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all’ombra del mio tetto”. 9 Ma quelli risposero: “Tirati via!

Genesi, 38: 8-10
6 Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si chiamava Tamar. 7 Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. 8 Allora Giuda disse a Onan: “Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello”. 9 Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. 10 Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui.

Esodo, 12: 29-30
A mezzanotte il Signore percosse ogni primogenito nel paese d’Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito del prigioniero nel carcere sotterraneo, e tutti i primogeniti del bestiame. 30 Si alzò il faraone nella notte e con lui i suoi ministri e tutti gli Egiziani; un grande grido scoppiò in Egitto, perché non c’era casa dove non ci fosse un morto!

Esodo, 21: 20-21
20 Quando un uomo colpisce con il bastone il suo schiavo o la sua schiava e gli muore sotto le sue mani, si deve fare vendetta. 21 Ma se sopravvive un giorno o due, non sarà vendicato, perché è acquisto del suo denaro. 22 Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un’ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato. 23 Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: 24 occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, 25 bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.

Levitico, 26: 7-8
6 Io stabilirò la pace nel paese; nessuno vi incuterà terrore; vi coricherete e farò sparire dal paese le bestie nocive e la spada non passerà per il vostro paese. 7 Voi inseguirete i vostri nemici ed essi cadranno dinanzi a voi colpiti di spada. 8 Cinque di voi ne inseguiranno cento, cento di voi ne inseguiranno diecimila e i vostri nemici cadranno dinanzi a voi colpiti di spada.


Levitico, 26: 27-33
27 Se, nonostante tutto questo, non vorrete darmi ascolto, ma vi opporrete a me, 28 anch’io mi opporrò a voi con furore e vi castigherò sette volte di più per i vostri peccati. 29 Mangerete perfino la carne dei vostri figli e mangerete la carne delle vostre figlie. 30 Devasterò le vostre alture di culto, distruggerò i vostri altari per l’incenso, butterò i vostri cadaveri sui cadaveri dei vostri idoli e io vi avrò in abominio. 31 Ridurrò le vostre città a deserti, devasterò i vostri santuari e non aspirerò più il profumo dei vostri incensi. 32 Devasterò io stesso il vostro paese e i vostri nemici, che vi prenderanno dimora, ne saranno stupefatti. 33 Quanto a voi, vi disperderò fra le nazioni e vi inseguirò con la spada sguainata; il vostro paese sarà desolato e le vostre città saranno deserte.

Numeri, 15: 32-36
32 Mentre gli Israeliti erano nel deserto, trovarono un uomo che raccoglieva legna in giorno di sabato. 33 Quelli che l’avevano trovato a raccogliere legna, lo condussero a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità.
34 Lo misero sotto sorveglianza, perché non era stato ancora stabilito che cosa gli si dovesse fare. 35 Il Signore disse a Mosè: “Quell’uomo deve essere messo a morte; tutta la comunità lo lapiderà fuori dell’accampamento”. 36 Tutta la comunità lo condusse fuori dell’accampamento e lo lapidò; quegli morì secondo il comando che il Signore aveva dato a Mosè.

Numeri, 16: 28-33
28 Mosè disse: “Da questo saprete che il Signore mi ha mandato per fare tutte queste opere e che io non ho agito di mia iniziativa. 29 Se questa gente muore come muoiono tutti gli uomini, se la loro sorte è la sorte comune a tutti gli uomini, il Signore non mi ha mandato; 30 ma se il Signore fa una cosa meravigliosa, se la terra spalanca la bocca e li ingoia con quanto appartiene loro e se essi scendono vivi agli inferi, allora saprete che questi uomini hanno disprezzato il Signore”. 31 Come egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo si profondò sotto i loro piedi, 32 la terra spalancò la bocca e li inghiottì: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro roba. 33 Scesero vivi agli inferi essi e quanto loro apparteneva; la terra li ricoprì ed essi scomparvero dall’assemblea.

Numeri, 16:35
35 Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e divorò i duecentocinquanta uomini, che offrivano l’incenso.

Numeri, 21: 5-6
5 Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete fatti uscire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero”. 6 Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti velenosi i quali mordevano la gente e un gran numero d’Israeliti morì.

Numeri 21: 33-35
33 Poi mutarono direzione e salirono lungo la strada verso Basan. Og, re di Basan, uscì contro di loro con tutta la sua gente per dar loro battaglia a Edrei. 34 Ma il Signore disse a Mosè: “Non lo temere, perché io te lo dò in potere, lui, tutta la sua gente e il suo paese; trattalo come hai trattato Sicon, re degli Amorrei, che abitava a Chesbon”. 35 Gli Israeliti batterono lui, con i suoi figli e con tutto il suo popolo, così che non gli rimase più superstite alcuno, e si impadronirono del suo paese.

Numeri, 25: 4-9
4 Il Signore disse a Mosè: “Prendi tutti i capi del popolo e fa’ appendere al palo i colpevoli, davanti al Signore, al sole, perché l’ira ardente del Signore si allontani da Israele”. 5 Mosè disse ai giudici d’Israele: “Ognuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che hanno aderito al culto di Baal-Peor”. 6 Ed ecco uno degli Israeliti venne e condusse ai suoi fratelli una donna madianita, sotto gli occhi di Mosè e di tutta la comunità degli Israeliti, mentre essi stavano piangendo all’ingresso della tenda del convegno. 7 Vedendo ciò, Pincas figlio di Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, si alzò in mezzo alla comunità, prese in mano una lancia, 8 seguì quell’uomo di Israele nella tenda e li trafisse tutti e due, l’uomo di Israele e la donna, nel basso ventre. E il flagello cessò tra gli Israeliti. 9 Di quel flagello morirono ventiquattromila persone.

Numeri, 31: 14-18
14 Mosè si adirò contro i comandanti dell’esercito, capi di migliaia e capi di centinaia, che tornavano da quella spedizione di guerra. 15 Mosè disse loro: “Avete lasciato in vita tutte le femmine? 16 Proprio loro, per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli Israeliti l’infedeltà verso il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore. 17 Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; 18 ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi.

Voglio nuovamente scrivere questi versetti. Ma come è possibile pensare che queste parole siano state pronunciate da Dio.
«Ora dunque uccidete ogni maschio tra i bambini, e uccidete ogni donna che ha avuto rapporti sessuali con un uomo; ma tutte le fanciulle che non hanno avuto rapporti sessuali con uomini, lasciatele in vita per voi.»
Ogni volta che le leggo mi vengono i brividi.

Da dove nasce il desiderio della morte di intere nazioni di uomini, donne e bambini? Le persecuzioni sanguinose, le torture fino alla morte, le guerre per la conquista di una terra o per affermare una religione non sono terribili quanto quelle naziste del secolo scorso?
Perché Gesù non ha ripudiato questi versetti. E non venitemi a dire che chiedeva ai suoi apostoli di porgere l’altra guancia. Prima di fare questo avrebbe dovuto condannare i crimini perpetrati dal Padre, altrimenti valgono poco anche le parole e il porgere l’altra guancia.

Deuteronomio, 2: 31-36

31 Il Signore mi disse: Vedi, ho cominciato a mettere in tuo potere Sicon e il suo paese; da’ inizio alla conquista impadronendoti del suo paese. 32 Allora Sicon uscì contro di noi con tutta la sua gente per darci battaglia a Iaaz. 33 Il Signore nostro Dio ce lo mise nelle mani e noi abbiamo sconfitto lui, i suoi figli e tutta la sua gente. 34 In quel tempo prendemmo tutte le sue città e votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini; non vi lasciammo alcun superstite. 35 Soltanto asportammo per noi come preda il bestiame e le spoglie delle città che avevamo prese. 36 Da Aroer, che è sull’orlo della valle dell’Arnon, e dalla città che è sul torrente stesso, fino a Gàlaad, non ci fu città che fosse inaccessibile per noi: il Signore nostro Dio le mise tutte in nostro potere.

Deuteronomio, 7: 1-2

1 Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, 2 quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia.

Deuteronomio, 20: 10-15

10 Quando ti avvicinerai a una città per attaccarla, le offrirai prima la pace. 11 Se accetta la pace e ti apre le sue porte, tutto il popolo che vi si troverà ti sarà tributario e ti servirà. 12 Ma se non vuol far pace con te e vorrà la guerra, allora l’assedierai. 13 Quando il Signore tuo Dio l’avrà data nelle tue mani, ne colpirai a fil di spada tutti i maschi; 14 ma le donne, i bambini, il bestiame e quanto sarà nella città, tutto il suo bottino, li prenderai come tua preda; mangerai il bottino dei tuoi nemici, che il Signore tuo Dio ti avrà dato. 15 Così farai per tutte le città che sono molto lontane da te e che non sono città di queste nazioni.

Giosuè, 6: 20-27

20 Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di guerra, le mura della città crollarono; il popolo allora salì verso la città, ciascuno diritto davanti a sé, e occuparono la città. 21 Votarono poi allo sterminio, passando a fil di spada, ogni essere che era nella città, dall’uomo alla donna, dal giovane al vecchio, e perfino il bue, l’ariete e l’asino. 22 Ai due uomini che avevano esplorato il paese, Giosuè disse: “Entrate nella casa della prostituta, conducete fuori lei e quanto le appartiene, come le avete giurato”. 23 Entrarono i giovani esploratori e condussero fuori Raab, suo padre, sua madre, i suoi fratelli e tutto quanto le apparteneva; fecero uscire tutta la sua famiglia e li stabilirono fuori dell’accampamento di Israele. 24 Incendiarono poi la città e quanto vi era, soltanto l’argento, l’oro e gli oggetti di rame e di ferro deposero nel tesoro della casa del Signore. 25 Giosuè però lasciò in vita Raab, la prostituta, la casa di suo padre e quanto le apparteneva, ed essa abita in mezzo ad Israele fino ad oggi, perché aveva nascosto gli esploratori che Giosuè aveva inviato a Gèrico. 26 In quella circostanza Giosuè fece giurare: “Maledetto davanti al Signore l’uomo che si alzerà e ricostruirà questa città di Gèrico! Sul suo primogenito ne getterà le fondamenta e sul figlio minore ne erigerà le porte!”. 27 Il Signore fu con Giosuè, la cui fama si sparse in tutto il paese.

Giosuè, 7: 20-26

20 Rispose Acan a Giosuè: “In verità, proprio io ho peccato contro il Signore, Dio di Israele, e ho fatto questo e quest’altro. 21 Avevo visto nel bottino un bel mantello di Sennaar, duecento sicli d’argento e un lingotto d’oro del peso di cinquanta sicli; ne sentii bramosia e li presi ed eccoli nascosti in terra in mezzo alla mia tenda e l’argento è sotto”. 22 Giosuè mandò allora messaggeri che corsero alla tenda, ed ecco tutto era nascosto nella tenda e l’argento era sotto. 23 Li presero dalla tenda, li portarono a Giosuè e a tutti gli Israeliti e li deposero davanti al Signore. 24 Giosuè allora prese Acan di Zerach e l’argento, il mantello, il lingotto d’oro, i suoi figli, le sue figlie, il suo bue, il suo asino, le sue pecore, la sua tenda e quanto gli apparteneva. Tutto Israele lo seguiva ed egli li condusse alla valle di Acor. 25 Giosuè disse: “Come tu hai portato sventura a noi, così il Signore oggi la porti a te!”. Tutto Israele lo lapidò, li bruciarono tutti e li uccisero tutti a sassate. 26 Eressero poi sul posto un gran mucchio di pietre, che esiste fino ad oggi. Il Signore allora desistette dal suo tremendo sdegno. Per questo quel luogo si chiama fino ad oggi Valle di Acor.

Giosuè, 8: 22-29

22 Anche gli altri uscirono dalla città contro di loro, e così i combattenti di Ai si trovarono in mezzo agli Israeliti, avendoli da una parte e dall’altra. Li colpirono finché non rimase nessun superstite e fuggiasco. 23 Il re di Ai lo presero vivo e lo condussero da Giosuè. 24 Quando Israele ebbe finito di uccidere tutti i combattenti di Ai nella campagna, nel deserto, dove quelli li avevano inseguiti, e tutti fino all’ultimo furono caduti sotto i colpi della spada, gli Israeliti si riversarono in massa in Ai e la colpirono a fil di spada. 25 Tutti i caduti in quel giorno, uomini e donne, furono dodicimila, tutti di Ai. 26 Giosuè non ritirò la mano, che brandiva il giavellotto, finché non ebbero votato allo sterminio tutti gli abitanti di Ai. 27 Gli Israeliti, secondo l’ordine che il Signore aveva dato a Giosuè, trattennero per sé soltanto il bestiame e il bottino della città. 28 Poi Giosuè incendiò Ai e ne fece una rovina per sempre, una desolazione fino ad oggi. 29 Fece appendere il re di Ai ad un albero fino alla sera. Al calar del sole Giosuè comandò che il suo cadavere fosse calato dall’albero; lo gettarono all’ingresso della porta della città e vi eressero sopra un gran mucchio di pietre, che dura fino ad oggi.

Giosuè, 10: 24-26

24 Quando quei cinque re furono fatti uscire dinanzi a Giosuè, egli convocò tutti gli Israeliti e disse ai capi dei guerrieri che avevano marciato con lui: “Accostatevi e ponete i vostri piedi sul collo di questi re!”. Quelli s’accostarono e posero i piedi sul loro collo. 25 Disse loro Giosuè: “Non temete e non spaventatevi! Siate forti e coraggiosi, perché così farà il Signore a tutti i nemici, contro cui dovrete combattere”. 26 Dopo di ciò, Giosuè li colpì e li uccise e li fece impiccare a cinque alberi, ai quali rimasero appesi fino alla sera.

Giosuè fece così con tutti gli altri re che incontrava. Vedere gli stermini riportati nel versetto 10 contro le città attaccate e distrutte: Machedda, Libna, Lachis, Eglon, Ebron, Debir.

Guardare anche i massacri descritti nel libro dei Giudici. Guardate questi capitoli con i relativi versetti:
9: 45
11: 30-39
18: 27
19: 22-29
20: 43-48
21: 10

Primo Libro di Samuele:
6: 19
11 :11
15: 7-8

Secondo Libro di Samuele:
12: 11-18
24: 15

Secondo Libro dei Re:
1: 10-12
2: 23-24
10: 14
10: 17
10: 24-26
15: 16
19: 35

Secondo Libro delle Cronache:
13: 17
21: 4

Libro di Isaia:
13: 15
13: 18
14: 21
49: 26

Libro di Geremia:
16: 4

Libro di Ezechiele:
23: 45-47

Nuovo testamento

Luca, 19: 27
26 Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. 27 E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”.

Incesti biblici

Voglio iniziare con una domanda.
È vero che l’Antico Testamento proibiva l’incesto?
La risposta è sì.
Nella maggior parte dei casi questo era considerato reato e prevedeva la pena di morte.
Le relazioni sessuali erano proibite con madre, padre, matrigna, fratello o sorella, fratellastro o sorellastra, nipote, nuora o genero, zia o zio e con le mogli dei fratelli.
Quindi non si trovano casi di incesto nella Bibbia?
In realtà non è così.
Solo con la Legge mosaica erano state introdotte queste norme, prima di quel tempo tale pratica non era espressamente proibita come vedremo facendo riferimento ad Abramo, Isacco e Giacobbe.
L’incesto pare quasi una tradizione consolidata. Abramo aveva sposato la sorellastra Sara; Isacco la cugina Rebecca; Giacobbe le sue due cugine, Rachele e Lia; Esau, fratello di Giacobbe, la figlia di quest’ultimo, Mahalat. Come mai questa profonda differenza tra i patriarchi e la Legge di Mosè?
Io ho una risposta ma ve la scriverò in un altro momento, in quanto voglio che facciate delle riflessioni senza avere condizionamenti. Ma ora prenderò in esame due incesti sempre descritti nei versetti biblici.

Il peccato di Cam

Per prima cosa leggiamo i versetti biblici:

“I figli di Noè che uscirono dall’arca furono Sem, Cam e Iafet; Cam è il padre di Canaan. Questi tre sono i figli di Noè e da questi fu popolata tutta la terra. Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e si denudò all’interno della sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono la nudità del loro padre; avendo tenuto la faccia rivolta indietro, non videro la nudità del loro padre. Quando Noè si fu risvegliato dall’ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; allora disse: «Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!».” (Genesi, 9: 18-25)

Il primo particolare salta subito all’occhio è il fatto che venga specificato che “Cam è il padre di Canaan.
Ognuno dei tre figli di Noè: Sem, Cam e Iafet, avrà a sua volta, numerosi figli che verranno elencati nel capitolo successivo.
Allora perché in questo brano viene anticipato il nome di Canaan, solo uno dei molti figli di Cam?
Che il riferimento al suo nome non sia casuale, è confermato dal fatto che gli autori lo nominino una seconda volta, al momento del peccato di Cam: “Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre.”
Presto vedremo che è proprio la natura del peccato di Cam che giustifica il riferimento a suo figlio Canaan. Infatti questa storiella per gli autori del tempo aveva un significato molto preciso, che è possibile decifrare grazie al capitolo 18 del Levitico che elenca le prescrizioni sulle relazioni sessuali.

Nessuno si accosterà a una sua consanguinea, per scoprire la sua nudità. Io sono il Signore.
Non scoprirai la nudità di tuo padre né la nudità di tua madre: è tua madre; non scoprirai la sua nudità. Non scoprirai la nudità di una moglie di tuo padre; è la nudità di tuo padre.”
(Levitico, 18: 6-8)

Scoprire la nudità del padre, per gli israeliti, significava accostarsi alla madre.
Il vero peccato di Cam è aver commesso un incesto con sua madre, la moglie di Noè. Ecco perché viene nominato per ben due volte Canaan. Canaan è il figlio di questo peccato, è il figlio di Cam e della moglie di Noè.
Quest’interpretazione non è solo coerente con il passo del Levitico ma è l’unica che spiega il motivo per il quale Noè se la prenda con l’innocente Canaan nonostante il peccato venga commesso da Cam.

Ecco i versetti biblici:
“Quando Noè si fu risvegliato dall’ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore (Cam); allora disse: «Sia maledetto Canaan!”

Noè maledice Canaan perché quel bambino è il frutto del peccato e, come si credeva all’epoca, i peccati dei genitori ricadevano sui figli.
Da Canaan discenderanno i popoli cananei, i peggiori nemici d’Israele. L’origine peccaminosa dell’antenato serve da una parte per aumentare il contrasto tra un popolo nato dalla trasgressione e il popolo eletto e dall’altra per spiegare i costumi che i cananei continuavano a utilizzare anche ai tempi degli autori.

Infatti il capitolo 18 del Levitico sulle prescrizioni sessuali che ho citato, inizia proprio così:

“Non farete come si fa nella terra d’Egitto dove avete abitato, né farete come si fa nella terra di Canaan dove io vi conduco, né imiterete i loro costumi.” (Levitico, 18: 3)
I cananei, evidentemente, praticavano l’incesto e gli autori sacri hanno ben pensato di proiettare la stessa trasgressione all’origine del capostipite.

L’incesto di Lot con le figlie

Parto ancora una volta con i versetti biblici:

Così, quando distrusse le città della valle, Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.30Poi Lot partì da Soar e andò ad abitare sulla montagna con le sue due figlie, perché temeva di restare a Soar, e si stabilì in una caverna con le sue due figlie. 31Ora la maggiore disse alla più piccola: «Nostro padre è vecchio e non c’è nessuno in questo territorio per unirsi a noi, come avviene dappertutto. 32Vieni, facciamo bere del vino a nostro padre e poi corichiamoci con lui, così daremo vita a una discendenza da nostro padre». 33Quella notte fecero bere del vino al loro padre e la maggiore andò a coricarsi con il padre; ma egli non se ne accorse, né quando lei si coricò né quando lei si alzò. 34All’indomani la maggiore disse alla più piccola: «Ecco, ieri io mi sono coricata con nostro padre: facciamogli bere del vino anche questa notte e va’ tu a coricarti con lui; così daremo vita a una discendenza da nostro padre». 35Anche quella notte fecero bere del vino al loro padre e la più piccola andò a coricarsi con lui; ma egli non se ne accorse, né quando lei si coricò né quando lei si alzò. 36Così le due figlie di Lot rimasero incinte del loro padre. 37La maggiore partorì un figlio e lo chiamò Moab. Costui è il padre dei Moabiti, che esistono ancora oggi. 38Anche la più piccola partorì un figlio e lo chiamò «Figlio del mio popolo». Costui è il padre degli Ammoniti, che esistono ancora oggi.” (Genesi, 29 -38)

Le figlie di Lot, morti i generi nell’incendio di Sodoma, fecero quindi ubriacare il padre, unendosi a lui per due notti di seguito e a sua insaputa, pur di rimanere incinte. La primogenita partorì Moab e l’altra diede alla luce Ammon.
Le figlie di Lot potrebbero aver temuto di essere gli ultimi umani sopravvissuti e aver desiderato preservare l’intera specie umana, oltreché non perdere la propria discendenza.
Robert Alter aggiunse che le figlie resero al padre un giusto castigo, commisurato alla scelta avventata di offrire le sue figlie vergini ad una folla di stupratori, per dare ospitalità a degli angeli foresti.
I commentatori descrivono le azioni delle figlie di Lot come stupri. In particolare, Ester Fuchs rilevò che il testo biblico presenta le figlie di Lot come «le iniziatrici e le colpevoli di uno stupro incestuoso».
La stessa colpa non viene invece attribuita dal testo biblico a Lot che pure espose le figlie vergini e promesse spose ad uno stupro collettivo, ma difese gli angeli sacri ospiti contro la folla e da essi fu ricambiato, sempre contro la folla, durante la fuga da Sodoma.

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